Neonata morta a Catania, il dolore della madre: «Non mi hanno permesso di vederla»

Neonata morta a Catania, il dolore della madre: «Non mi hanno permesso di vederla»
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Venerdì 13 Febbraio 2015, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 19:50
Il dolore, dopo un giorno, non accenna a svanire, anzi. Tania Laura Egitto, la madre della piccola Nicole, morta in ambulanza per mancanza di posti in ospedali a Catania, non si dà pace: «Non mi hanno permesso di vederla, di stringerla a me, di accarezzarle la manina e farle sentire che io le ero vicina: me l'hanno portata via senza averle potuto dare il suo primo e ultimo saluto».



Poi, il disperato appello alla giustizia: «La nostra bambina non c'è più e non per cause naturali ma per un errore umano, tanti errori umani... quello che dicono i Tg è solo una parte di verità... ma presto si avrà giustizia, presto tutto verrà alla luce e la mia bambina avrà pace».



La donna ha scritto su Facebook: «Piccola mia, tu vivrai per sempre nei nostri cuori, ricorderò ogni piccolo movimento che facevi dentro me fino a poco prima della tua nascita. Eri e sarai per sempre la mia piccola ballerina scatenata. Ti amo, amore di mamma».



Il padre, uno zio e il marito. Non resta sola Tania, nella clinica Gibiino di Catania, dove ieri ha partorito la piccola Nicole.



Passano tra i cronisti che stazionano davanti la struttura nella circonvallazione della città, ma non parlano. È il papà della donna a chiedere «rispetto per famiglia», spiegando che «non è questo il momento di parlare, quando verrà il momento, vi garantiamo lo faremo».



Anche il padre della bambina, Andrea, volto stanco di chi non dorme da molte ore.
Cortesemente, ma con fermezza, rifiuta i contatti con i giornalisti. Davanti la casa di cura, una delle più antiche e rinomate di Catania, legata alla famiglia Gibiino, ci sono numerosi giornalisti, cineoperatori e fotografi. Ma si fermano anche curiosi per tentare di avere notizie.
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