Regeni, nel pc i contatti a rischio: il giovane aveva collaborato con un'agenzia vicina ai Servizi

Regeni, nel pc i contatti a rischio: il giovane aveva collaborato con un'agenzia vicina ai Servizi
di Valentina Errante e Sara Menafra
3 Minuti di Lettura
Martedì 16 Febbraio 2016, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:08

ROMA - Una minuziosa mappatura fatta di nomi, indirizzi, numeri di telefono e ruoli. Sindacalisti, dissidenti e docenti. C'è già una pista nel computer di Giulio Regeni. Nel labirinto di mail, messaggi, appunti e contatti, gli investigatori di Ros e Sco hanno già individuato alcuni file. E cercano la risposta non solo all'omicidio, ma anche alle torture e alle mutilazioni subite dal ricercatore ucciso. Quale informazione, i suoi aguzzini, pensavano che custodisse? La risposta è forse nei messaggi inviati alla tutor di Cambridge Maha Abdelrahman, l'ultima del 15 gennaio, e quelle successive a insegnanti e colleghi. Nel mare magnum di queste indagini, caotiche e difficilissime, fatte di depistaggi (l'ultima notizia che arriva dell'Egitto racconta dei filmati cancellati sul percorso che avrebbe attraversato Regeni la sera del 25 gennaio) c'è anche la collaborazione del giovane italiano con la società inglese Oxford Analytica, specializzata in “analisi globale” per multinazionali e istituti finanziari e potrebbe passare informazioni anche ad agenzie di intelligence e annovera tra gli ”advisor” l'ex sottosegretario di Stato Usa John Negroponte e l'ex capo dei servizi segreti inglesi Colin McColl. Potrebbe essere una chiave per leggere la schedatura del giovane ricercatore, scambiato per una spia.

LE MAIL
Tra i tanti contatti che aggiornava quotidianamente, potrebbero essere rilevanti anche le mail di lavoro scambiate poco prima di sparire. In quella inviata alla tutor di Cambridge dieci giorni prima del sequestro, Regeni riferiva di incontri in calendario e del lavoro cominciato in vista del report messo in calendario per marzo. E sempre in quei giorni ha scritto anche ad un collega annunciandogli un appuntamento «importante» per la ricerca. Se qualcuno lo intercettava, potrebbe essersi incuriosito. Anche i file che archiviava erano una miniera di informazioni. Il giovane ricercatore aveva l'abitudine di prendere appunti sul cellulare e fare continuamente copie di back up di tutto quello che aveva registrato sul pc. Un archivio completo di tutti i contatti e gli scambi degli ultimi mesi, che forse interessava a qualcuno.

RAPPORTI PERICOLOSI
«È probabile che sia stato vittima di una lotta tra agenzie di sicurezza. O che qualcuno abbia informato gli 007 proprio su di lui e sul suo lavoro o questa è parte di una storia più grande, che non conosciamo», dice Khaled Fahmy, professore all'American University al Cairo e ora visiting professor a Harvard. Una pista che porta verso il Regno Unito, all'interno della comunità di ricercatori e accademici specializzati nello studio e nell'analisi del contesto mediorientale. Un mix esplosivo, dove si muovono interessi economici enormi. Regeni, come tanti altri ricercatori inglesi, viveva in un ambiente complesso, dove il mondo delle Università si incrocia e si mescola con la community degli affari, attraverso snodi chiave: società che per mestiere conducono ricerche accurate sugli scenari più rischiosi, intrecciando l'analisi tipica dell'intelligence con lo studio economico e sociale. Tra queste c'è proprio la Oxford Analytica, società di consulenza strategica per grandi aziende basata ad Oxford e dove Regeni ha lavorato fino al 2014. Nel board degli advisor, consulenti strategici, personaggi come l'ex capo della Cia Negroponte o sir Colin McColl, ex capo dei servizi inglesi. Regeni ha lavorato alla Oxford Analytica per un anno, dal 2013 al 2014, dopo essersi laureato in una università americana, aver fatto un primo master in Gran Bretagna e aver passato un periodo al Cairo per l'Onu.