Sant'Onofrio, i boss della 'ndrangheta allontanati dal rito della Pasqua: la cittadinanza boicotta la processione

Il rito dell'Affruntata a Sant'Onofrio
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Domenica 20 Aprile 2014, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 13:52
Per la prima volta, il piccolo comune di Sant'Onofrio - circa tremila abitanti - non celebrer l'antico rito dell'Affruntata, processione sulla risurrezione del Cristo e l'incontro con San Giovanni e la Madonna.

La decisione è stata presa ieri dalla cittadinanza per protesta contro il Comitato per l'ordine e la sicurezza che aveva stabilito che le statue dovevano essere portate dai volontari della Protezione civile per evitare infiltrati della 'ndrangheta. Non è tuttavia la prima volta che la processione subisce "contraccolpi" prodotti dai tentativi di allontanare esponenti delle cosche da questo rito popolare facendo così venir meno il loro "prestigio".



Nel 2010, ad esempio, l'Affruntata fu posticipata di una settimana dopo che, nella notte precedente l'evento, la 'ndrangheta aveva sparato alcuni colpi di arma da fuoco contro il cancello della casa dell'allora priore della confraternita del Santissimo Rosario, Michele Virdò, che da sempre organizza la cerimonia.



A seguito dell'episodio di intimidazione, dovuto all'applicazione del divieto di portare le statue dei santi ad esponenti ricollegabili alle cosche locali, voluto dal vescovo di Mileto, Luigi Renzo, l'autorità religiosa ed il parroco del paese, Don Franco Fragalà, avevano sospeso la cerimonia che poi fu celebrata sette giorni dopo.



L'anno successivo, stesso copione con l'intimidazione alla squadra di calcio locale, a ridosso della Pasqua scelta dalla chiesa per portare le statue, e la decisione della Prefettura di Vibo di assumerne la gestione ridando ai ragazzi del sodalizio sportivo la possibilità di portare le effigi.




Si è svolta senza problemi la processione dell'Affruntata a Stefanaconi. Le statue del Cristo risorto, della Madonna e di San Giovanni sono state portate in spalla dai ragazzi della protezione civile così come è stato disposto dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. A garantire il normale svolgimento dell'evento uno schieramento di forze dell'ordine costituito anche da carabinieri e poliziotti che hanno presidiato il paese fin dalla primissima mattinata.



Il vescovo di Mileto. «Questa messa non è stata preceduta dal rito dell'Affruntata. Voi avete voluto che ciò avvenisse, in un certo senso mi dispiace perchè questo rito rappresenta per la vita di una comunità un momento molto bello». Lo ha detto il Vescovo di Mileto, mons. Luigi Renzo, nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa di Pasqua a Sant'Onofrio. «Ma la Pasqua - ha aggiunto - è resa più bella e solenne, e meno spettacolare ma più espressiva e cosciente, dalla presenza del vostro vescovo tra voi. Sono qui per esprimervi la mia vicinanza in un momento così sofferto, la mia solidarietà per quello che è stato deciso in qualche modo a vostro danno. Sappiamo bene che l'Affruntata non è uno spettacolo che può essere messo in scena da chiunque, anche dall'esterno della comunità. Non si tratta di trovare degli attori che possono essere sostitutivi. È un momento intenso, di gioia, che esprime allo stesso tempo, un profondo senso religioso nel popolo cristiano che certamente non può essere turbato da calcoli mafiosi. La comunità ha diritto di essere rispettata da tutti».



Il pensiero del presule va «anche alla gente di Stefanaconi che sta vivendo la vostra stessa sofferenza. Oggi, però, sarà una bella giornata, malgrado tutto. La legge deve tutelare l'ordine pubblico del vivere civile, la Chiesa ha il vangelo e la sua legge è la misericordia ed il perdono, come ci ha insegnato Gesù. Buoni e cattivi, Dio ci aspetta tutti. Non basta essere cristiani, bisogna esserlo nei comportamenti e nella ferma volontà a seguire Gesù. Non tutti lo fanno malgrado il Cristo sia morto in croce e risorto anche per loro».
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