Napoli. Killer travestiti da carabinieri: ecco come Ciotola è stato ucciso per una piazza di spaccio

Napoli. Killer travestiti da carabinieri: ecco come Ciotola è stato ucciso per una piazza di spaccio
di Giuseppe Crimaldi
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Venerdì 6 Maggio 2016, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 18:47
Dieci colpi per eliminarlo, lo stesso trattamento che si riserva ai boss e agli «infami». Una furia devastante di fuoco e di piombo nel cuore della notte riaccende i riflettori sulla zona occidentale, su Cavalleggeri d'Aosta e dunque sui giochi di camorra che insanguinano uno dei tanti quadranti di quel domino di morte al quale i nuovi clan di una criminalità organizzata sempre più efferata, violenta e irrefrenabile sembrano non voler rinunciare. Così è morto Luca Ciotola, pregiudicato 34enne agli arresti domiciliari. Un giallo. Un nuovo mistero sul quale lavorano adesso i carabinieri del comando provinciale di Napoli, accorsi sul posto dopo l'allarme dato dai genitori della vittima, che all'ora in cui è stato commesso il delitto dormivano nella loro camera da letto. Inconsapevoli del fatto che alle 4,30 dell'altra notte qualcuno ha bussato il campanello di casa, in via Cupa Vicinale Terracina 297, qualificandosi proprio come «carabinieri».

Ad aprire la porta è stato lo stesso Luca Ciotola, che evidentemente ha creduto che al di là della porta ci fossero dei veri militari. Invece sul pianerottolo c'erano i killer, uno o forse due, impossibile al momento stabilirlo con certezza. Sul posto, subito dopo, sono arrivati i carabinieri della compagnia di Bagnoli diretta dal capitano Nicola Quartarone, con i colleghi del Nucleo operativo della Pastrengo guidato dal colonnello Alfonso Pannone. Ma per il pregiudicato non c'era ormai più niente da fare: colpito da una decina di proiettili esplosi a bruciapelo l'uomo è morto sul colpo. Indagini a tutto campo. Ma il quadro investigativo iniziale appare in salita, e ancora denso di dubbi e interrogativi tutti da sciogliere. ù

Tanti i punti che ancora non quadrano. E per quanto si possa già inserire quest'ultimo omicidio in un ambito riconducibile alla criminalità organizzata, appare molto difficile inserire tutti i tasselli al posto giusto. Procediamo con ordine. Ciotola aveva precedenti per rapina e droga. In alcune informative di polizia e carabinieri viene anche descritto come assuntore di sostanze stupefacenti. Ma nulla lo riposta a contesti camorristici: nel senso che non lo si può considerare un soggetto vicino o affiliato ad alcun clan della zona. Certamente conosceva però soggetti legati al gruppo emergente di Bagnoli, a quel clan Giannelli del quale molto si è parlato in questi mesi. Il che non legittima però a considerarlo una delle tante pedine occulte della cosca che ha scatenato una sanguinosa faida nell'area occidentale di Napoli. I carabinieri si soffermano anche sulle modalità di esecuzione della missione di morte. Il 34enne ha aperto senza problemi le porte a chi ha bussato nella notte a casa sua. Forse a persone che conosceva o forse perché si era fidato del fatto che fossero davvero carabinieri. Ciotola si trovava agli arresti domiciliari da un anno.
 

Chi poteva volerlo morto? E da qui iniziano a svilupparsi le ipotesi investigative. La prima, che è forse anche quella più realistica, punta a considerare un movente legato a uno sgarro. Quale? Ciotola potrebbe aver contratto un debito - forse legato proprio ad una partita di droga - poi mai onorato. Potrebbe cioè aver violato il codice d'onore che certi ambienti, a cominciare da quelli di Bagnoli o da quelli del Rione Traiano, considerano sacro. La seconda pista, scenario diverso: Ciotola potrebbe essere stato punito con la morte perché avrebbe parlato troppo, e con le persone sbagliate. Pur restandosene agli arresti domiciliari potrebbe aver confidato segreti impronunciabili alle persone sbagliate. Meno solida appare - almeno per gli inquirenti - la pista che porta agli ambienti della camorra dell'area nord di Napoli. E addirittura a quel Walter Mallo arrestato - coincidenza che mette quasi i brividi - proprio l'altra notte nel corso di un blitz dei carabinieri del Vomero. Che centra Ciotola con Mallo? È presto detto. I due erano amici su Facebook. 
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