Napoli, ingegnere ucciso a coltellate: rinviato a giudizio il fratello

Napoli, ingegnere ucciso a coltellate: rinviato a giudizio il fratello
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 00:29 - Ultimo aggiornamento: 00:30
E' stato ucciso a a coltellate nell'androne di casa, in viale Margherita di Savoia, a Napoli, la sera del 28 novembre. Per l'omicidio dell'ingegnere Vittorio Materazzo, è finito sotto processo il fratello della vittima. Sarà la Corte di Assise a giudicare Luca Materazzo, che ha optato per il rito ordinario. Lo ha deciso oggi al termine dell'udienza preliminare il gup Alfonso Sabella. L'apertura del dibattimento è stata fissata per il 10 aprile. L'imputato si è sempre dichiarato innocente e i suoi avvocati, Gaetano e Maria Luigia Inserra, hanno sostenuto in aula che le indagini siano state incomplete e carenti, soprattutto per quanto riguarda il mancato approfondimento di piste alternative. 

Per i pm Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis, invece, gli indizi a carico di Luca Materazzo sono solidi. Agli atti del fascicolo, l'esito dell'esame del Dna sull'arma del delitto e sugli indumenti abbandonati dall'assassino a poca distanza dal luogo dell'omicidio e alcune testimonianze, tra cui la dichiarazione del titolare di un bar che, subito dopo il delitto, avrebbe visto l''imputato mentre si lavava all'interno del bagno del locale: per l'accusa, stava cercando di eliminare le tracce di sangue. La procura sostiene che Materazzo provasse rancore nei confronti del fratello per motivi ereditari e per il fatto che la vittima sostenesse che la morte del padre, avvenuta anni prima, non fosse dovuta a cause naturali ma conseguenza di una aggressione violenta da parte di Luca, circostanza mai accertata.

Prima di essere arrestato, Luca Materazzo era fuggito da Napoli e si era rifugiato in Spagna, a Siviglia, dove aveva trovato lavoro in un bar.
E' stato catturato dalla polizia spagnola il 2 gennaio scorso. Al processo si troverà contro parte della famiglia: si sono costituiti parte civile la vedova della vittima, assistita dagli avvocati Arturo e Errico Frojo, e tre delle quattro sorelle, assistite dall'avvocato Genny Pecoraro.
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