Napoli, morta infermiera che si è svenata
per protesta contro blocco stipendi

Mariarca Terracciano
3 Minuti di Lettura
Venerdì 14 Maggio 2010, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 23:59
NAPOLI (14 maggio) - Si conclusa in tragedia la protesta choc di una infermiera in servizio all’ospedale napoletano San Paolo: Mariarca Terracciano, 45 anni e madre di due figli, per giorni aveva effettuato prelievi di sangue per protestare contro il mancato pagamento dello stipendio ma il suo fisico non ha retto e ieri è morta.



Dal 30 aprile aveva deciso di tirarsi 150 ml di sangue al giorno, le immagini della siringa nel braccio su Youtube per rendere ancora più eclatante il suo gesto mentre continuava a prestare servizio in ospedale. Il 3 maggio le era stato pagato lo stipendio e aveva sospeso i prelievi. Ma il suo fisico era minato: lunedì e svenuta in corsia e dopo tre giorni in rianimazione ieri si è spenta.



«Lo stipendio è un diritto, ho lavorato e pretendo i miei soldi», sono state le parole di Mariarca Terracciano in un'intervista sul web attraverso Youtube. «Sto facendo anche lo sciopero della fame. Può sembrare un atto folle ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti. Vedere il sangue, che è vita, rende evidenti le difficoltà nostra e degli altri ammalati».



Preoccupata per il mutuo. Giornate difficili, di stress e di ansia, e per l'infermiera anche la preoccupazione legata al mutuo contratto di recente per l'acquisto di una casa: visto il ritardo nel pagamento degli stipendi, per far fronte alla rata la famiglia era stata costretta a chiedere un prestito. La morte di Mariarca, ieri, è stata attribuita ad «arresto cardiocircolatorio»: insomma, un malore improvviso. Nessun collegamento diretto con i prelievi di sangue, ma amici e colleghi sono certi che la rabbia e lo stress dei giorni precedenti abbiano inferto un duro colpo alla salute della donna.



Smi: è vittima sperpero sanità. Saverio Annunziata, dirigente della segreteria nazionale Smi (Sindacato Medici Italiani): «Lo Smi condanna in pieno la pessima gestione della sanità che ha portato disastri economici che purtroppo si ripercuotono sui cittadini e sui lavoratori», conclude Annunziata.



Lo specialista: difficile decesso legato a prelievi. Appare «molto poco probabile» che i prelievi di sangue possano aver causato la morte dell'infermiera Mariarca Terracciano. È il giudizio del professor Mario Santangelo, docente di chirurgia generale, esperto di trapianti d'organo. «Di fronte a una morte del genere deve esserci massimo rispetto, ma per amore di verità occorre anche evitare strumentalizzazioni e collegamenti azzardati. Appare difficile che prelievi di sangue come quelli descritti dai giornali possano aver causato una morte improvvisa, soprattutto perchè la crisi ha colpito la signora una settimana dopo la sospensione della protesta. Se ci fosse stato un collegamento, i problemi sarebbero emersi subito».



Si farà autopsia.
È stato disposto un riscontro autoptico-diagnostico per stabilire quali siano state le cause del decesso ha detto il direttore sanitario del presidio Maurizio Di Mauro. «Sono stato io a chiedere il riscontro ma non è in corso alcuna indagine da parte della magistratura».



La comunità del web si mobilita. A poche ore dalla diffusione della notizia, su Facebook è già nato un primo gruppo intitolato "Io ricordo la lotta di Mariarca Terracciano". Indignazione e rabbia sono i sentimenti più diffusi che trapelano dai primi commenti lasciati in bacheca dai membri del gruppo, che in pochi minuti ha già superato quota 60 iscritti, dedicato alla memoria dell'infermiera. «Non si puo morire cosi non è giusto - scrive uno degli membri - I politici mangiano sulla nostra pelle e poi si comprano le case al Colloseo a prezzi stracciati...provo solo un senso di vergogna!».



Problemi stipendi di maggio. Non c'è certezza sulla corresponsione, il prossimo 27 maggio, dello stipendio ai dipendenti dell'Asl Napoli 1: a lanciare l'allarme sono i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fis, che oggi hanno incontrato il commissario straodinario della Asl Maria Grazia Falciatore. Non avendo ottenuto garanzie, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale «se dopo la riunione del 19 maggio in Regione Campania la situazione dovesse restare invariata». «La Falciatore ci ha detto che c'è un impegno di ordine generale e che se tutto va bene, allora a fine mese ci pagano - ha affermato uno dei sindacalisti della Cgil dell'ospedale San Paolo di Napoli - ma se non dovessimo essere pagati metteremo in atto nuove e radicali proteste».



Segui Il Messaggero.it su Facebook