Napoli, così uccide il killer della camorra:
il video di un'esecuzione al rione Sanità

La vittima dell'esecuzione nel rione Sanità a Napoli
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Giovedì 29 Ottobre 2009, 14:17 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 00:08
NAPOLI (29 ottobre) - La Procura della Repubblica di Napoli ha disposto la diffusione del filmato nel quale viene ripresa la scena dell'omicidio di Mariano Bacioterracino, l'11 maggio al Rione Sanit, sollecitando la collaborazione di chiunque sia in grado di fornire informazioni utili all'identificazione del killer e del suo correo. La scena fu ripresa da una telecamera di un impianto di videosorveglianza. Il provvedimento, si legge in una nota, «è stato adottato in quanto a tutt'oggi non è stato possibile identificare né l'esecutore materiale del delitto né la persona che si ritiene abbia svolto nell'occasione il ruolo di 'specchiettista', entrambi ben visibili nel video».



Paura e indifferenza. Mentre l'uomo giace a terra colpito alla testa e al fianco, con la pozza di sangue che si allarga sotto la testa, quel che colpisce è ancora una volta è la reazione della gente. Dopo i due colpi di pistola contro la vittima designata, scatta l'indifferenza: la donna del gratta e vinci che graffia nervosamente il biglietto appena acquistato, ferma al centro della scena, all’uscita dell'Antica Caffetteria Vergini di Napoli, e che si allontana senza neanche voltarsi; un uomo smonta il suo banchetto accanto all'ingresso del bar, rivolgendo a Bacioterracino solo uno sguardo; una donna scavalca il corpo, poi torna indietro e lo solleva per controllare se è morto; un uomo con in braccio una bambina che ha assistito alla scena passa lì davanti e tira dritto. Il barista che si affretta a chiudere la saracinesca, una passante con le buste della spesa che si muove con gelida indifferenza.



Undici maggio 2009, via Vergini, rione Sanità: è il video dell’uccisione di Mariano Bacioterracino ricavato da una telecamera nascosta, piazzata a due passi dalla scena del delitto. Sequenze nitide che raccontano ciò che frulla nella testa di un killer, gli imprevedibili intoppi che si materializzano davanti alla sua pistola - il classico delitto (im)perfetto - e che spiegano il ruolo di un «palo» e quanto sia tagliente il suo sguardo mentre indica la vittima al carnefice.



Sono le quattro passate di un pomeriggio con il primo caldo di stagione, negozi appena riaperti e folla in strada. La vittima predestinata è lì: in piedi, accanto all’ingresso del bar. Un suo ritrovo abituale. Al suo fianco si piazza il palo, complice del killer, il «Giuda» che indicherà il bersaglio. Chi uccide in terra di camorra - è cosa nota - spesso non sa neppure perché preme il grilletto e contro chi lo fa. Per questo ci vuole il «palo», che nella sequenza choc ha una stazza prestante e il volto scoperto.



Quasi sicuramente è un incensurato perché agisce sfidando il rischio di telecamere che non mancano in una zona piena di banche e esercizi commerciali. Per dare un nome a lui e al killer, la Procura ha firmato un decreto che rende pubblico il lungo filmato della morte di Bacioterracino. Dopo mesi di indagini non ci sono stati sviluppi e da questa mattina il film sarà a disposizione dei media.



Inchiesta dei carabinieri del comando provinciale guidato dal colonnello Mario Cinque, e affidata al nucleo operativo del maggiore Lorenzo D’Aloja. Chiaro l’obiettivo del capo della Dda, Sandro Pennasilico, e del pm anticamorra Sergio Amato: appellarsi a chi è in grado di riconoscere il killer e il suo complice, chiedendo la collaborazione di tutti. La scena che segue è il racconto dell’omicidio numero 32 nel 2009. Il palo - camicia bianca smanicata, occhiali da sole sollevati sulla fronte, con il movimento della testa indica il boss seduto al suo fianco, poi annuisce, come a dire: eccolo, è lui che deve morire.



Entra in scena l’assassino. Compare in video con un giubbino chiuso fino alla gola, le mani in tasca, l’immancabile cappellino con visiera. Irrompe sulla scena, pronto ad estrarre la pistola: sta per uccidere, ma non lo fa. Resta spiazzato. Ha la mano armata paralizzata nel giubbino.



Che succede al killer di Bacioterracino? Perché tentenna? Succede che è appena sbucata dal bar una donna, quella con il gratta e vinci tra le dita, quella che sta involontariamente sfidando la sorte rimanendo impalata lì, al centro, tra il killer e il bersaglio da colpire. Lei non lo sa, ma la fortuna le dà credito. Decisamente maggiore di ciò che le riserva il grattino.



Perché il killer mantiene il sangue freddo, è lucido abbastanza da escogitare una mossa diversiva: entra in tabaccheria, fa appena un giro nel locale, poi esce ed estrae la pistola. E questa volta non perdona. Esce dal bar e con una pistola fredda la vittima sparandogli un colpo alle spalle. Vista a rallentatore o con il fermo immagine la scena è da brividi: i due, vittima e carnefice, per un attimo si guardano negli occhi: Mariano Bacioterracino ha in mano una sigaretta, l’ultima della sua vita.



Una boccata e partono gli spari. Primo colpo: alla spalla sinistra, la vittima si accascia, poi due-tre-quattro. L’ultimo, il colpo di grazia, alla nuca. Finito. Ma non basta ancora. C’è tempo per un estremo gesto in segno di sfregio: il killer fa le corna al cadavere, prima di andar via lentamente. Seguono altre scene, sequenza-choc: un papà che scappa con la figlia terrorizzata tra le braccia; poi le urla, il commerciante che chiude bottega, il corpo a terra e il fuggi fuggi di persone.



Scappano i clienti del bar, donne che hanno appena acquistato un gelato, ragazzi che pochi attimi prima giocavano con le slot machine che cercano una via di salvezza. Minuti interminabili con il corpo riverso nel suo sangue, l'incubo di una nuova sparatoria poi la scena torna in movimento. Ancora un particolare clamoroso: c’è una donna che si avvicina al corpo di Mariano Bacioterracino, lo fa senza provare compassione per quel corpo riverso nel sangue.



Tanto che gli alza la testa, gli dà un’occhiata e sembra tirare un sospiro di sollievo. Si gira verso qualcuno e si sbraccia in modo plateale, quasi in modo irriverente. Sembra voglia dire: l’hanno ucciso con due o tre colpi, prima di scavalcarlo. Senza un minimo di pietà. La scena torna a rianimarsi: vinta la paura, si fa un capannello di persone attorno al corpo senza vita. Tutti a guardare il boss ammazzato, c’è chi fuma e chi commenta.



Voci del vicolo attorno alla morte e non manca neppure chi approfitta del caos per portare a casa un pacchetto di sigarette senza pagare. Sullo sfondo si nota infatti un passante dalla mano lesta, che afferra un pacchetto di sigarette dalla bancarella di contrabbando rimasta sguarnita. Prende il pacchetto e scappa. Tanto c’è poco da preoccuparsi, l’attenzione è tutta per il morto e i suoi killer.