Il museo d’Italia/Il ticket d’ingresso per migliorare anche i controlli

di Claudio Strinati
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Lunedì 27 Marzo 2017, 00:09
La turista che ha rotto, sfregiandoli, due grandi candelabri settecenteschi lignei del Pantheon, chiarirà, ci si augura, i motivi del suo gesto.

Ma non si può non rimarcare, qualunque siano questi motivi, come l’ episodio abbia un aspetto tragicomico che lo rende surreale e irritante nello stesso tempo. Non sembra, peraltro, esserci serio motivo per prendersela con i custodi del monumento. Inconvenienti del genere possono avvenire ovunque e va ribadito ancora una volta che l’Italia, da questo punto di vista, non è così sguarnita, anzi ha qualcosa di buono da insegnare agli altri. Chi va alla National Gallery di Londra o al Louvre di Parigi non trova certamente un esercito di efficientissimi custodi. 

Più o meno è come da noi: gli addetti sono pochi e mal pagati, sono per lo più scrupolosi e corretti, sono mediamente ben educati e dediti al lavoro, sono fortemente sindacalizzati e consapevoli del potere che detengono. E infatti pare che gli addetti ai servizi di vigilanza del Pantheon siano intervenuti con sollecitudine e capacità. I bracci dei candelabri verranno riparati e di questo brutto episodio ci si potrà scordare, ma il punto della questione rimane ben chiaro ed è che un inconveniente del genere dipende anche da una certa confusione organizzativa che sta aggravando l’organizzazione generale dei Beni culturali in questo Paese. 

Proprio il Ministro dei Beni Culturali Franceschini poco tempo fa mise bene in luce tale problema parlando, guarda caso, appunto del Pantheon. Osservò che questo luogo, uno dei più importanti monumenti dell’orbe terracqueo, visitatissimo e bellissimo, dovrebbe uscire dal carattere ibrido che ha sempre avuto ma che adesso si accentua. Il Pantheon, infatti, è una chiesa consacrata alla Religione cattolica e all’Arte dove sono sepolti pittori sommi come Raffaello Sanzio, Taddeo Zuccari, Annibale Carracci. È un monumento di rilevante interesse storico, artistico, architettonico e archeologico.

È uno scrigno di memorie politiche dato che vi sono sepolti due Re d’Italia e Margherita di Savoia. È uno scrigno di memorie civili e religiose. Potrebbe, allora, essere considerato un Museo dello Stato Italiano cui appartiene. Ma qui si osserva che la buona tutela di un monumento del genere risente delle recenti trasformazioni del Ministero stesso. Il Pantheon ne subisce le conseguenze complicate dal fatto che il Monumento è più unico che raro nel suo essere contemporaneamente luogo di profonda introspezione personale e luogo di prevaricante turismo a oltranza. È un po’ come il Colosseo o come Castel Sant’Angelo, edifici che non sono nati per essere Musei ma che lo sono diventati per una serie di vicissitudini politiche tipiche della nostra terra.

Franceschini sostenne la tesi che sarebbe stato opportuno istituire per il Pantheon un regolare biglietto di ingresso perché, di fatto, è un Museo e può portare un sacco di soldi legittimi nelle casse dello Stato. C’è già, quando si entra, un bussolotto con dentro addetti della Soprintendenza che guidano, consigliano, vigilano. C’è del personale che sorveglia. Ci sono funzionari competenti addetti alla tutela del Monumento. Ma di biglietto di ingresso per ora non se ne parla. Da un punto di vista strettamente pratico è un male perché sono milioni i visitatori del Pantheon con quel che ne consegue per la tutela e la valorizzazione che porta reddito.

A differenza del Colosseo, dove dubito che entrino molti italiani, il Pantheon è ancora un Monumento che appartiene alla città. Ci vanno tutti, sommi studiosi, devoti, turisti, perditempo, civili, militari, mamme, bambini e mattacchioni che non sempre si riconoscono a colpo d’ occhio. Il biglietto permetterebbe di sorvegliare meglio? Forse sì. Ma il Pantheon, hanno subito obiettato vari oppositori, è prioritariamente una Chiesa e mettere il biglietto di ingresso in una Chiesa come il Pantheon che è un blocco unico visibile da ogni parte, che non ha aree riservate ma è un cilindro poderoso aperto sul cielo, è probabilmente impossibile.

Tuttavia anche la Cappella Sistina è un luogo consacrato, anzi il più consacrato dell’Universo cristiano perché vi entra lo Spirito Santo durante il Conclave. E tuttavia il Vaticano l’ ha inglobata nei Musei e il biglietto si paga, eccome! Vediamo se ci arriva una ispirazione celeste per risolvere il nostro problema.
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