Minacce di morte alle sindache dei comuni che accolgono i migranti: «Speriamo che ti violentino»

Silvia Trezzi
di Claudia Guasco
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Martedì 23 Maggio 2017, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 20:31
MILANO Tre donne sindaco. Tutte firmatarie del protocollo sull’accoglienza con il quale 76 primi cittadini dell’hinterland di Milano si impegnano a ricevere nel proprio comune una quota di migranti. E tutte e tre negli ultimi giorni hanno ricevuto pesantissimi insulti a sfondo sessuale o addirittura minacce di morte. Ora hanno deciso di dire basta agli haters, gli “odiatori” seriali della rete, rendendo pubblici gli insulti e le minacce, scatenando ulteriori commenti carichi di disprezzo mischiati ai messaggi di solidarietà.

«CLIMA DI ODIO POLITICO»
La prima a denunciare l’attacco è stata Siria Trezzi, sindaca di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, che ha pubblicato la schermata del suo cellulare con un commento scritto sulla sua pagina Facebook: l’autore, oltre a coprirla di insulti, si augura venga violentata dai migranti ai quali ha deciso di dare accoglienza. «E’ già successo in precedenza, ma questa volta non voglio più fare finta di nulla - afferma - Si può essere in disaccordo con le scelte politiche e amministrative, avere visioni diverse della società, ma sono convinta che ci siano dei limiti che non debbano essere oltrepassati. Credo sia giusto e doveroso denunciare chi usa termini di tale violenza contro le donne, oppure razzisti, sessisti, omofobi: è ora di porre un argine alla deriva a cui a volte si assiste da parte di certi individui, dai social network fino alle azioni reali». Da mesi nel mirino degli haters anche Monica Chittò, sindaca di Sesto San Giovanni, che si è vista recapitare una lettera anonima con minacce di morte. «Il clima politico di odio sollevato da alcuni in campagna elettorale sul tema degli immigrati genera anche queste conseguenze. Come ho già tentato di fare più volte, purtroppo inascoltata, chiedo a tutti i candidati a Sesto di abbassare i toni, perché si corre il rischio che episodi come questi finiscano per essere trascurati o peggio sottovalutati - è il suo appello - Ciò non deve accadere. Questa vergogna va raccontata, va tolta dalla sfera privata dell’intimidazione. Perché è una vergogna che riguarda tutti».

PRESIDIO CONTRO LA VIOLENZA
Monica Chittò riceve minacce e insulti «da prima della firma dell’accordo per l’accoglienza dei migranti firmato in Prefettura la settimana scorsa».
Tutto è partito dal progetto per la moschea a Sesto, spiega, «poi hanno cominciato con delle scritte offensive in autunno. E’ stato un crescendo fino alla lettera di venerdì scorso e l’obiettivo è diventato proprio il progetto per la moschea. La polizia mi segue con attenzione e discrezione da tempo». Anche Mara Rubichi, vicesindaca di Cesano Boscone, è diventata un bersaglio da colpire: «Tra l’augurio che io potessi subire una violenza sessuale, le minacce di prendermi a schiaffi, le battute più o meno allusive, c’è stato un momento in cui ho pensato che dovremmo temere più i nostri concittadini che non le persone che arrivano da lontano. Però volevo rassicurare gli odiatori seriali e i leoni da tastiera: il sorriso non me lo togliete perché la storia vi darà torto. Il nostro coraggio e le nostre firme costruiranno un mondo migliore, come dimostra la manifestazione di sabato a Milano. Anche per i vostri figli che, alla fine, è l’unica cosa che conta». Oltre alla solidarietà alle sindache manifestata dal primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, e dall’assessore Pierfrancesco Majorino, il segretario metropolitano del Pd, Pietro Bussolati ha indetto per sabato prossimo un presidio «dalle ore 15 in piazza della Resistenza, a Sesto, aperto a tutte le forze politiche e a tutte le cittadine e i cittadini, per dire basta a ogni forma di violenza e al pesante clima di rabbia ed esasperazione e per difendere la nostra democrazia da questi atti intimidatori che non ci fermeranno».

 
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