Milano, ha torturato e ucciso decine di persone in campo profughi in Libia: condannato all'ergastolo

Milano, ha torturato e ucciso decine di persone in campo profughi in Libia: condannato all'ergastolo
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Martedì 10 Ottobre 2017, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 14:22

È stato condannato all'ergastolo con isolamento diurno per tre anni Osman Matammud, il 22enne di origine somala in carcere dal settembre scorso nel capoluogo lombardo e imputato a Milano con l'accusa di avere ucciso, torturato e stuprato decine di persone in un campo in Libia. Lo ha deciso la Corte d'Assise, presieduta da Giovanna Ichino, dopo circa 5 ore di camera di consiglio. Il giovane risponde di omicidio plurimo, sequestro di persona a scopo di estorsione di alcune centinaia di suoi connazionali e violenza sessuale su decine di ragazze.

Matammud, difeso dal legale Gianni Carlo Rossi e che si è sempre professato innocente, sostenendo di essere stato anche lui recluso e vittima di violenze nel campo libico come gli altri migranti, è rimasto impassibile alla lettura della sentenza e poco dopo, parlando col suo difensore, ha detto soltanto: «Ora spero nel cielo». La Corte d'Assise di Milano ha inoltre stabilito, nel caso l'uomo usufruisse di sconti di pena, che Osman Matammud venga espulso una volta espiata la condanna. I giudici hanno riqualificato alcuni reati di cui era accusato il giovane da omicidio volontario a sequestro di persona aggravato dall'omicidio, in quanto quattro morti sarebbero state conseguenza delle violenze da lui perpetrate ai danni delle persone sequestrate nel campo libico. La Corte d'Assise ha anche stabilito risarcimenti provvisionali da 100 mila euro per otto presunte vittime che si sono costituite parti civili nel processo, 50 mila euro di provvisionale per un'altra vittima e diecimila euro per l'associazione Asgi (Associazione studi giuridici sull' immigrazione).

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 60 giorni. Secondo le indagini, coordinate dal pm Marcello Tatangelo, che aveva chiesto la condanna all'ergastolo, il giovane somalo sarebbe stato uno dei capi di Bani Whalid, un campo nei pressi della capitale Tripoli, dove avrebbe perpetrato violenze sessuali, omicidi e torture nei confronti di decine di persone rimaste sotto sequestro fino a quando non avessero ottenuto il denaro con cui pagare il viaggio verso l'Europa. Secondo il pm, Matammud era «un sadico, uno che si diverte a torturare e a uccidere. Ha solo 22 anni - ha aggiunto - e si è sentito onnipotente ad avere nelle sue mani la vita di centinaia di persone».

Diversa la ricostruzione del difensore, secondo cui il giovane «non era uno dei capi del campo di Bani Whalid, ma un migrante che ha viaggiato con altri migranti». Ad indicarlo come uno dei torturatori erano stati alcuni suoi connazionali (due ragazzine, in particolare) che lo avevano riconosciuto in stazione Centrale. E a seguito delle indagini l'uomo, già fermato nel settembre 2016, aveva ricevuto in carcere lo scorso gennaio un'ordinanza con le pesanti accuse e poi più di una decina di vittime avevano confermato i loro racconti dell'orrore in incidente probatorio. «Ci legava i piedi con il fil di ferro e ci teneva a testa in giù. E se urlavi, ti metteva la sabbia in bocca», è stata solo una delle tante testimonianze choc che si sono sentite in aula.

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