Aurora, morta di fame a 9 mesi: dopo decesso il padre cantava gioioso

Aurora, morta di fame a 9 mesi: dopo decesso il padre cantava gioioso
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Mercoledì 13 Luglio 2016, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 20:41

«Nei giorni seguenti alla morte della piccola ho sentito venire dalla casa manifestazioni di euforia con il padre che cantava, c'è stato un momento per me incomprensibile di gioia da parte sua». Così un vicino di casa di Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli, i genitori sotto processo a Milano per maltrattamenti in famiglia aggravati in relazione alla morte della figlia Aurora di 9 mesi avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 febbraio 2015, ha raccontato in aula il comportamento della coppia e soprattutto dell'uomo dopo il decesso della bimba.

Dall'inchiesta, coordinata dal pm Cristian Barilli, è emerso che la bambina riceveva un nutrimento insufficiente, viveva in condizioni igieniche precarie ed è deceduta per un arresto cardiocircolatorio provocato da «grave disidratazione» e «iponutrizione cronica». Oggi in Corte d'Assise hanno testimoniato alcuni vicini di casa della coppia che hanno raccontato che i due chiedevano loro «latte» e «cracker» anche se poi, dopo la tragedia, avrebbero comprato «un'auto» nuova.

All'inizio dell'udienza è stata sentita come teste anche la responsabile all'epoca dei servizi sociali della zona 6 di Milano, la quale ha riferito che la coppia (i due rischiano di essere condannati a 24 anni di carcere) «non si era mai rivolta a noi per chiedere aiuto». Un'anziana, che abita nel condominio di via Severoli dove i due imputati vivono ancora, ha spiegato che «lui andava in giro dicendo che non aveva voglia di lavorare e vivevano con la pensione del suocero e in una festa di vicini si erano presentati senza invito per mangiare a sbafo». Una volta, ha aggiunto la teste, «ho detto a lui 'fa freddo, copri la bambinà e lui ha mimato il gesto di darmi uno schiaffo».

La donna ha raccontato anche che «la signora Grazioli disse a mia figlia che dava alla bambina da bere cinque bottiglie d'acqua e camomilla al giorno». Un altro vicino di casa, un filippino, ha spiegato che un giorno «mi hanno suonato alla porta per chiedermi del latte per la piccola, ma noi avevamo quello normale, non quello per neonati». Un altro vicino, che abita nell'appartamento sotto, oltre a raccontare di quelle «manifestazioni di euforia» di Falchi dopo la morte della piccola, ha detto che una vicina filippina gli raccontò «che per un motivo una volta Falchi le aveva dato in braccio la bimba e che puzzava, ma puzzava non in una maniera normale tanto che la passò nelle braccia» di un'altra vicina.

Lo stesso testimone, poi, ha sostenuto che «spesso si sentiva gridare da quell'appartamento, la mia compagna sentì anche la donna che diceva 'non le dare quel latte scadutò». Sempre il testimone ha chiarito che dopo quel «momento per me incomprensibile di gioia» si sono sentite nei giorni successivi «tensioni e grida e una sera la signora Grazioli ha suonato alla mia porta e piangeva e diceva che lui l'aveva picchiata». Il teste ha parlato anche di alcune «spese» effettuate dai Falchi (la coppia «faceva la questua con noi vicini») dopo la morte della figlia: «Hanno sostituito la caldaia e poi c'è stata quella cosa della macchina, erano sempre attorno a quell'auto per vedere che non avesse graffi o ammaccature». Da un documento prodotto agli atti dal pm era emerso che i due imputati avrebbero comprato un'auto da 9300 euro «nel giorno stesso del decesso della bimba».

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