Migranti, al Viminale il nodo requisizioni per sanare la disparità fra Nord e Sud

Migranti, al Viminale il nodo requisizioni per sanare la disparità fra Nord e Sud
di Silvia Barocci
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Lunedì 8 Giugno 2015, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 07:30
A elezioni regionali concluse e ad emergenza immigrazione accresciuta da oltre 2.300 migranti salvati nelle ultime 24 ore a circa 40-50 miglia dalla Libia, sono in molti ad immaginare che il Viminale presto procederà con le requisizioni nelle regioni del Nord che pervicacemente respingono al mittente la richiesta di accoglienza.



Ma il ministro dell'Interno Angelino Alfano va cauto: «voglio ancora sperare che non si arrivi a questo punto», va dicendo ai suoi più stretti collaboratori alla vigilia dell'incontro, oggi, con il Commissario Ue all'immigrazione, Dimitris Avramopoulos.



A seguire, vedrà il responsabile del Dipartimento per l'immigrazione Mario Morcone e sentirà telefonicamente il presidente dell'Anci, Piero Fassino, e quello della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. D'altronde, il fronte di questa fatica di Sisifo nella gestione dell'emergenza migranti è duplice: da una parte convincere i partner europei che la ridistribuzione di 24mila migranti rappresenta un primo passo ma è necessario trovare «criteri permanenti e oggettivi» tra i Paesi Ue; dall'altra vincere le resistenze dei governatori di Veneto, Lombardia e ora anche Liguria.



CIRCOLARI E ACCORDI

Di fronte alla minaccia di Maroni di chiudere i rubinetti dei finanziamenti a quei comuni disponibili ad accogliere i migranti, Alfano replica con ironia: «farò come fece Maroni da ministro dell'Interno». Al Viminale hanno rispolverato un vecchio accordo, datato 3 marzo 2011, sottoscritto dall'allora ministro leghista con i responsabili di Regioni, Provincie autonome ed enti locali. Il Governo - si sottolineava allora - «si impegna ad assicurare un criterio di equa e sostenibile attribuzione degli immigrati che risultassero clandestini in tutto il territorio nazionale».



Ecco - è il ragionamento di Alfano - il concetto di una distribuzione «equa» e «sostenibile» era ben chiaro a Maroni quattro anni fa: se la persona è la stessa, come può aver cambiato idea? Quanto alla minaccia di tagliare i fondi ai comuni che al Nord apriranno le porte a migranti e richiedenti asilo, il responsabile del Viminale dubita fortemente che un tale potere ritorsivo abbia un fondamento giuridico. Nel frattempo barconi stipati fino all'inverosimile continuano a salpare dalla Libia e a rendere ancora più urgente la ricerca di posti disponibile. L'ultima circolare diffusa dal Viminale risale a una decina di giorni fa, prima delle elezioni regionali: allora si chiedeva prefetti di cercare con urgenza 7.500 posti. Numero che, inevitabilmente, è andato aumentando e che domani Alfano aggiornerà con il prefetto Morcone. I dati sono allarmanti: solo in maggio i migranti sbarcati sulle coste italiane sono stati 21.721 contro i 14.599 nello stesso mese del 2014 e i 1.031 del 2013.



LA DISOMOGENEITÀ

Resta poi un dato di fatto la distribuzione non omogenea che continua a registrarsi tra le diverse Regioni. Su 76.846 migranti (minori esclusi) un terzo è distribuito in sole due regioni: Sicilia e Lazio che ne ospitano rispettivamente il 22% e il 12%. Il dato è aggiornato al 4 giugno. La Lombardia è a quota 9%, il Veneto al 4% e la Liguria al 2%. Requisire le strutture per motivi di ordine pubblico anche senza gli accordi con gli enti locali è una possibilità già presa in considerazione da una circolare di metà aprile, poi rimasta lettera morta per non surriscaldare il clima pre-elettorale. Alfano è convinto che «il fronte del Nord si è spaccato», e lo dimostrano le diverse posizioni del sindaco di Bergamo Giorgio Gori e dei governatori di Friuli e Piemonte, Debora Serracchiani e Sergio Chiamparino. Certo dopo il successo elettorale della Lega e quello di Forza Italia in Liguria sarà comunque difficile vincere le resistenze di chi non vuole proprio saperne di aprire le porte ai migranti.



IL FRONTE EUROPEO

Le trattative a livello europeo, intanto, proseguono con difficoltà. Lo dice chiaramente il premier Renzi in una pausa del G7 a Garmish. Quella dell'Ue è «una proposta insufficiente. Non ci siamo», dice. La diplomazia ha tempo fino al 25 giugno prossimo, quando il Consiglio tra presidenti di Stato e di governo deciderà se approvare o respingere l'Agenda della Commissione sull'immigrazione. Per questo l'incontro tra Alfano e il commissario europeo Avramopoulos avrà come tema la richiesta dell'Italia di aumentare la quota di 24mila migranti e, soprattutto, di rendere permanente il meccanismo della redistribuzione.