Migranti, scontro su Ong e fondi: il caso del procuratore di Catania al Csm

Migranti, scontro su Ong e fondi: il caso del procuratore di Catania al Csm
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Venerdì 28 Aprile 2017, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 18:31

«Dopo aver sentito i capi di corte e il presidente della prima commissione, Giuseppe Fanfani, sottoporrò il caso all'esame del comitato di presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio». Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, interpellato sulle dichiarazioni del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro in tema di ong e migranti. 

Non si placa insomma la buffera sul procuratore di Catania. Il magistrato prima ha detto in tv che «alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti. So di contatti. È un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga». Poi dopo le polemiche provocate dalle sue dichiarazioni precisa: «Sono ipotesi, non ci sono prove». 

Gelo del governo sul procuratore: «Spero che la procura di Catania parli con gli atti», ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando. «Evitare generalizzazioni», ha affermato il titolare dell'Interno, Marco Minniti. 

«Il ministro Orlano sul lavoro del procuratore è stato vergognoso. Noi, da stamattina, siamo a lavoro per una modifica alle leggi italiane per usare le intercettazioni in modo da poter aprire il processo». Così il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, torna oggi sulla vicenda delle Ong e dei migranti. «A me sembra che le dichiarazioni del procuratore di Catania lancino un allarme gravissimo», sottolinea Di Maio rivolgendo un appello alle politiche, «maggioranza e governo compresi», per sostenere la proposta di modifica legislativa: «Noi comunque - dice - andremo fino in fondo anche a livello europeo». Un invito rivolto tra l'altro alle stesse Ong: «Quelle che non sono coinvolte - conclude l'esponente M5S - ci diano una mano per fare chiarezza».

«Le Ong devono seguire i protocolli di ingaggio di Triton e Sophia, cioè delle navi della Marina Militare: arretrare, tornare nel canale di Sicilia, poi, quando vengono lanciati i mayday, si interviene. Se andiamo a prendere i migranti, a portata di acqua-scooter, a 8 miglia nautiche dalle coste libiche, non si tratta di salvataggi», continua Di Maio parlando ad Agorà su RaiTre. «Voglio salvare le vite nel Mediterraneo - aggiunge - ma non stimolare l'esodo, perché abbiamo fatto un altro record di migranti in Italia, che ci costano 5 miliardi di euro all'anno di business sull'immigrazione da parte di cooperative e società». «Dobbiamo creare - propone - delle agenzie dell'Ue nei Paesi di transito. In questo modo, quando vogliono venire in Italia, i migranti devono fare domanda e noi dobbiamo avere la possibilità di dire chi può venire e chi no». «In Paesi come Niger e Nigeria - specifica Di Maio - possiamo fare già da filtro, perché dovremmo rispedire indietro l'80 per cento di quelli che arrivano, perché non possono restare».

 

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