Migranti, al via piano Viminale-Anci: 25 profughi ogni mille abitanti

Migranti, al via piano Viminale-Anci: 25 profughi ogni mille abitanti
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 10 Agosto 2016, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 15:24

Il dato più attuale parla di 145 mila migranti accolti dal nostro paese, con gli sbarchi che non accennano a fermarsi. Giusto un paio di giorni di tregua, visto il cattivo tempo e il mare grosso, anche se altri barconi sono pronti ad arrivare. L’Italia ha già un piano di ricollocazione sperimentato, quello che prevede la distribuzione a livello regionale in base agli abitanti, mentre un altro, già approvato nei giorni scorsi, aspetta solo di poter partire. È quello che il Viminale ha concordato con l’Anci: stabilisce il numero che ognuno degli ottomila comuni della penisola dovrà accogliere, 2 persone e mezzo ogni 100 abitanti.

Un dato da riequilibrare e adattare alle realtà locali. A seconda che il comune si trovi sul Monte Bianco, piuttosto che nascosto tra le valli della Lucania. Il calcolo è stato fatto in base alla media degli arrivi che sono rimasti più o meno stabili nel corso degli anni. E andrebbe a garantire 180 mila posti. Fin qui un’ottima soluzione, se non fosse che non tutti i sindaci sono d’accordo. E per questo il Governo sta pensando a degli incentivi da dare ai comuni, per l’impegno che investono nel garantire l’accoglienza.

I CAMPI TEMPORANEI Nel frattempo la situazione non è per niente facile, anche se il Dipartimento per l’immigrazione e quello per l’Ordine pubblico riescono a controllare i flussi senza particolari scosse. L’obiettivo ha spiegato il capo della Polizia Franco Gabrielli, durante la sua visita a Ventimiglia, è quello di «decomprimere» le situazioni più a rischio, che non solo creano problemi di ordine e sicurezza pubblica ma potrebbero sfociare in tensioni tra i cittadini e i migranti. E questo riguarda la Liguria, ma anche Como e Milano. Ma per decomprimere servono nuovi spazi. In attesa che la Difesa finisca di ristrutturare le caserme, vanno a pieno regime i due campi temporanei aperti a Montichiari (150 posti) e a Messina (300 posti).
 

Nei mesi scorsi, il ministro Roberta Pinotti ha fornito un elenco di una quindicina di strutture militari non più utilizzate, distribuite in tutta Italia. La prima che dovrebbe essere messa temporaneamente a disposizione è la caserma di Montello a Milano che potrà essere liberata in tempi brevi. Davanti alle resistenze di alcuni comuni, comunque, il Viminale è costretto, di fatto, a distribuire i migranti in quelle poche città che invece hanno dato il via libera all’accoglienza. Solo per fare due esempi, Genova ospita duemila dei quasi cinquemila migranti presenti in Liguria, mentre a Milano ce ne sono 3.200 su oltre 13mila totali. «Abbiamo bisogno della collaborazione dei Comuni» ha insistito qualche giorno fa il ministro dell’Interno Angelino Alfano ribadendo la necessità che vi sia una più equa distribuzione sul territorio.

E proprio nell’accordo trovato da Anci e Viminale il 3 agosto scorso è stato adottato un sistema per velocizzare i tempi di accoglienza. «Sono state stabilite - è scritto nel decreto - procedure per il nuovo funzionamento dello Sprar (il Servizio centrale di protezione per i richiedenti), a partire dai contenuti dell’intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali del 10 luglio 2014 al fine di attuare un sistema unico di accoglienza dei richiedenti e titolari di protezione internazionale attraverso l’ampliamento della rete». Il decreto, che andrà in Gazzetta ufficiale nei prossimi giorni, «favorisce la stabilizzazione dei progetti Sprar già attivi e lo snellimento delle procedure di accesso alla rete per nuovi Enti locali che intendano farvi ingresso, permettendo di superare l’attuale rigidità imposta dalla periodicità di pubblicazione dei bandi di adesione e optando per una gestione “a liste sempre aperte”, così da accogliere le domande degli Enti locali senza più vincoli temporali ma solo in base alla disponibilità delle risorse. Ciò al fine di stimolare una costante progettualità coinvolgendo tutti i soggetti».

I TRASFERIMENTI C’è poi il problema dei minori non accompagnati, quasi la metà dei quali ospitati in Sicilia: da tempo il capo del Dipartimento dell’immigrazione Mario Morcone ribadisce la necessità di trasferirli in altre regioni e in strutture più adeguate. A fine mese partirà quindi la redistribuzione con l’apertura di 35 nuovi centri e l’interessamento di almeno 10 regioni oltre alla Sicilia. 

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