Migranti, fermati 15 trafficanti: sui gommoni anche sospetti jihadisti

Migranti, fermati 15 trafficanti: sui gommoni anche sospetti jihadisti
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Martedì 6 Giugno 2017, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 19:11
La Procura di Palermo ha disposto il fermo di 15 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi. L'organizzazione avrebbe trasportato dalla Tunisia alle coste marsalesi, attraverso gommoni veloci, anche soggetti ricercati dalle autorità di polizia tunisine per sospetti collegamenti con organizzazioni terroristiche di matrice jihadista.

La banda aveva programmato (ma non ancora attuato) l'approdo sulle coste trapanesi, tra gli altri, di soggetti pericolosi ancora non identificati, uno dei quali temeva, oltre che di essere arrestato dalla polizia tunisina, anche di essere respinto per terrorismo dalla polizia italiana, una volta giunto nel nostro Paese.

Le indagini hanno svelato un vero e proprio sistema illecito «transnazionale», che operava tra la Tunisia e l'Italia, in cui ogni membro dell'organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso occupandosi, a seconda dei casi, delle «prenotazioni» dei migranti interessati alla traversata e della raccolta degli importi dovuti per il viaggio, della movimentazione e della custodia del contante, di trovare i gommoni, della loro conduzione in mare e, infine, del primo collocamento dei passeggeri in luoghi a disponibilità dell' organizzazione. Nel corso delle indagini è stato possibile ricostruire l'organizzazione e l'esecuzione di 5 traversate.

Grazie alla stretta cooperazione tra gli investigatori e la componente aeronavale della Guardia di Finanza (Gruppo di Esplorazione Aeromarittima di Messina e Reparto Operativo Aeronavale di Palermo), è stato possibile monitorare in «diretta» lo sbarco sulle coste trapanesi, riuscendo ad intercettare i 14 migranti sbarcati e a sequestrare oltre un quintale di sigarette di contrabbando.
La banda aveva programmato altri viaggi, non andati a buon fine per i controlli in mare svolti dalla Finanza. Se portati a termine avrebbero portato nelle casse dell'associazione criminale oltre 100.000 euro.
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