Migranti, calano le richieste d'asilo in Europa: -43%

Un naufragio di migranti
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Giovedì 1 Febbraio 2018, 22:50
Calano le richieste di asilo in Europa. I 28 Paesi dell'Ue, più Svizzera e Norvegia, nel 2017, secondo i dati diffusi oggi dall'Easo (European Asylum Support Office), hanno ricevuto 706.913 richieste d' asilo, in calo del 43% rispetto al 2016, il secondo anno consecutivo di decrementi dopo gli afflussi «senza precedenti» del 2015 e dello stesso 2016. Malgrado il calo, il totale del 2017 rimane ad un livello «leggermente più alto» rispetto al 2014, cosa che indica che «il livello degli afflussi legati a motivi di asilo nell'Ue+ rimane considerevole». Il flusso mensile delle richieste di asilo nel corso dell'anno è variato da un minimo di 49.042 in dicembre a un massimo di 66.443 in marzo. L'andamento a livello Ue, nota l'Easo, nasconde «forti variazioni» da Paese a Paese. L'8% delle domande, 55mila circa, erano richieste reiterate da persone che avevano presentato in precedenza la stessa richiesta in un Paese dell'Ue+; almeno il 3,5% delle domande di asilo riguardava minori non accompagnati. Il primo Paese di origine dei richiedenti asilo, per il quinto anno di fila, è la Siria, con oltre 98mila casi.

Le altre maggiori nazionalità, intorno alle 40mila unità ciascuna, sono Iraq, Afghanistan e Nigeria.
Questi quattro Paesi rappresentavano un terzo del totale delle domande di asilo presentate nell'Ue+. Tra le prime dieci nazionalità ci sono anche Pakistan, Eritrea, Albania, Bangladesh, Guinea e Iran: tra le dieci, solo i cittadini bengalesi e quelli guineani hanno fatto più domande di asilo nel 2017 rispetto al 2016. Nel 2017 i Paesi dell'Ue+ hanno emesso 981.615 decisioni in primo grado, il 13% in meno del 2016: il 40% erano positive, con un tasso di riconoscimento del diritto di asilo più basso di 17 punti percentuali rispetto al 2016, un riflesso dell'effetto combinato di un alto numero di decisioni che riguardavano nazionalità con tassi di riconoscimento del diritto relativamente bassi (afghani, nigeriani e pakistani) e del concomitante decremento delle decisioni riguardanti siriani ed eritrei, che hanno tassi di riconoscimento più elevati. Il numero dei casi pendenti è di 462.532 richieste in prima istanza, la metà del livello di fine 2016.
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