Migranti, Alfano: morti sono la prova che la Ue resta lontana. Urge accordo con Libia

Angelino Alfano
2 Minuti di Lettura
Sabato 28 Maggio 2016, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 09:33

«Tutte le vittime che stiamo raccogliendo in mare sono la prova di quanto ancora l'Europa sia lontana e indietro nel rapporto con i paesi dell'Africa». Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Lecce criticando anche coloro che chiedono un diverso approccio rispetto alla politica dell'immigrazione. «I tanti morti che dovremo ancora raccogliere in mare - ha detto - chissà quanti sarebbero se dovessimo fare le scelte che qualcuno ci consiglia». 

Per fronteggiare l'emergenza immigrazione «occorre un accordo rapido con la Libia e con i paesi africani da parte dell'Europa», ha detto Alfano che si trovava a Lecce per la firma di un accordo per la sicurezza integrata e per lo sviluppo del territorio di Gallipoli. «Sul fronte dell'emergenza immigrazione - ha spiegato - al momento c'é un allineamento tra i dati di quest'anno e i dati dello scorso anno. Questo però non ci fa dire che tutto va bene, ci mancherebbe. Ci fa dire invece che queste continue azioni di soccorso stanno a dimostrare che occorre un accordo rapido con la Libia e con i paesi africani da parte dell'Europa». «Ora in Libia c'è un governo - ha ribadito - e dunque serve un accordo serio per riuscire ad arginare le partenze». Ma per affrontare al meglio l'emergenza, ha proseguito il ministro, è necessario anche «organizzare i rimpatri» e creare «i campi profughi in Africa».​

«In Europa abbiamo un piano strategico che ha come elemento centrale l'Africa. Va bene il soccorso in mare, ma se non si agisce in Africa, dando aiuti e sostegni a quei paesi che possono darci una mano nell'impedire, nell'evitare le partenze, sarà sempre un'azione come quella di un portiere a cui arrivano tanti palloni in porta e qualche gol lo prende sempre», ha aggiunto Alfano, riferendosi all'emergenza-immigrazione. «Viceversa - ha aggiunto Alfano - se faremo funzionare meglio gli strumenti internazionali e anche i soldi che mettiamo a disposizione dell'Africa, le cose potranno migliorare, sapendo che dall'altra parte c'é guerra, c'é persecuzione e tanta fame».


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA