Stamina, la procura di Torino chiude l'inchiesta: Vannoni e altri 19 indagati per truffa e associazione a delinquere

Davide Vannoni
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Mercoledì 23 Aprile 2014, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 12:50
La procura di Torino ha chiuso le indagini su Stamina. Gli indagati sono venti, tra cui Davide Vannoni, il "padre" del metodo. Il rituale avviso di chiusura indagine prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati, in pratica tutto l'entourage di Vannoni, avranno venti giorni di tempo - una volta ricevuto il cosiddetto "415 bis" - per chiedere di essere interrogati o per presentare memoriali difensivi o altri documenti.



Le accuse. Nei confronti dei venti indagati il pm Raffaele Guariniello ipotizza reati a vario titolo, tra cui associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica.

Corposo il capo di accusa, ben 72 pagine, in cui sono condensati gli esiti delle indagini dei carabinieri del Nas. Il reato di associazione a delinquere viene contestato a partire dal novembre 2006.

L'inchiesta si era già formalmente chiusa nel 2012, ma nei mesi successivi Guariniello aveva continuato gli accertamenti. Alcune posizioni sarebbero state stralciate dall'inchiesta: lo stralcio prelude ad alcune archiviazioni o, forse, alla necessità di effettuare ulteriori accertamenti.



Lorenzin: non sono stupita. «Non sono molto stupita, vedremo l'esito del processo - commenta il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - E' una vicenda che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie. L'importante è che ne esca chiarezza, perché qui le vittime sono le migliaia di persone che hanno creduto di poter avere una cura».



Tra le accuse anche minacce ai pazienti. Ci sono anche le minacce ai genitori di una piccola paziente fra le accuse contestate dalla procura. Ne risponde, in particolare, il medico Marino Andolina, per una telefonata che avrebbe fatto intorno al 3 gennaio di quest'anno «dicendo che non avrebbe avuto pietà di loro e che gliela avrebbe fatta pagare» per le dichiarazioni che i genitori rilasciarono ai quotidiani. Per Davide Vannoni si procede anche per diffamazione per dei post su facebook riferiti al Cardiocentro Ticino di Lugano: avrebbe definito «cialtrona» una biologa e, parlando in generale dei medici, avrebbe scritto «non sopporto i vigliacchi».




«Danni alla salute dei pazienti». Nell'avviso di chiusura indagini si legge che non solo non ci sono stati miglioramenti nella salute dei pazienti sottoposti alla metodica Stamina, ma, al contrario, si sono «verificati eventi avversi in un numero significativo».



«L'associazione ha creato tensioni sociali». Secondo la procura, l'associazione per delinquere promossa da Vannoni ha creato un «clima di tensione sociale» e di «falso allarme», con manifestazioni «pesantemente critiche nei confronti delle istituzioni» come «il Presidente della Repubblica».
Vannoni e i suoi presunti complici - si legge nel capo d'imputazione - «facendo credere falsamente» ai pazienti e ai familiari che «vi erano elevate possibilità di guarigione dalla loro malattia a seguito del trattamento con cellule staminali e che le persone non sottoposte a tale trattamento sarebbero incorse in un serio pericolo di vita», induceva un «clima di tensione sociale» mediante «conferenze, scritte, scritti e anche manifestazioni pesantemente critiche» verso il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio, il ministro della Salute.




«A Brescia autocertificazioni mendaci». Per la procura le autocertificazioni messe a punto nel 2011 dai responsabili degli Spedali Civili di Brescia, dove veniva praticato il metodo Stamina, sono risultate «fallaci» e «mendaci». Le autocertificazioni dovevano garantire la conformità della metodica con quanto prevede la normativa e, in particolare, un decreto ministeriale del 2006.



Il pentimento di un medico. Si è «vergognato» della propria «leggerezza» un medico che, in un primo tempo, aveva elogiato il metodo Stamina in un parere che venne allegato in uno dei numerosi ricorsi presentati ai tribunali del lavoro da persone che volevano sottoporre un loro parente alla cura Stamina. Lo si legge nell'avviso di chiusura indagini messo a punto dalla procura di Torino.

Il medico, contattato dagli inquirenti, si è reso conto che «attraverso le sue certificazioni i vari organismi giudicanti sono stati indotti in errore». L'avviso di chiusura indagini riassume evidentemente il testo di una deposizione in cui si afferma che il medico si è «vergognato» di «avere avuto la leggerezza di avere alimentato false speranze» e si è sentito «colpevole» di avere influenzato i tribunali ad «autorizzare la terapia del nulla».
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