Messina, truffa all'Inps: 33 arresti, 69 indagati. C'è anche l'ex vicepresidente del Consiglio comunale di Brolo

Messina, truffa all'Inps: 33 arresti, 69 indagati. C'è anche l'ex vicepresidente del Consiglio comunale di Brolo
di Mario Meliadò
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Martedì 5 Dicembre 2017, 18:11 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 12:38
Misure cautelari nei confronti di 33 persone sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Patti, in provincia di Messina, e notificate dai Carabinieri per una megatruffa ai danni dell’Inps, che vede anche altre 69 persone raggiunte da avviso di garanzia. Contestati i reati d’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso in atto pubblico, falsa perizia e (appunto) truffa; ruolo-chiave per diverse donne, assolute protagoniste della “stangata” all’Istituto nazionale di previdenza sociale.
Sui conti correnti delle persone raggiunte da misure cautelari e da avvisi di garanzia, i finanzieri della tenenza di Patti hanno poi operato un sequestro preventivo “per equivalente” da più di mezzo milione di euro di controvalore complessivo.
 
I 102 indagati a vario titolo nel contesto dell’operazione denominata Phatology avrebbero messo in piedi una sofisticata organizzazione volta a lucrare indebitamente, rastrellando tangenti, su una lunga serie di provvidenze erogate senza titolo: indennità d’accompagnamento, status di portatore di handicap, pensioni d’invalidità civile e altro.
La gang aveva pensato a tutto: “basisti” in seno all’Inps, "coperture" in Tribunale e tramite diversi Ctu (pronti a redigere perizie fasulle), ma anche mediante diversi medici attivi in varie strutture pubbliche.
 
Solo due persone tra quelle raggiunte da misure cautelari si trovano adesso in carcere: il medico Francesco Piscitello e la sua compagna, avvocato Anna Ricciardi, già vicepresidente del Consiglio comunale di Brolo, nel Messinese, considerata dagli investigatori la “mente” del super-raggiro. La Ricciardi era stata raggiunta da avviso di garanzia da parte della Procura di Patti già parecchio tempo addietro, al punto che nell’aprile dello scorso anno aveva rassegnato le dimissioni dall’incarico di vicepresidente dell’Assemblea brolese. Peraltro, già la piccola comunità di Brolo era stata sconvolta da un’altra accusa circa presunte maxitangenti – in questo caso per lavori Anas –, che nel contesto dell’inchiesta Dama Nera avevano portato all’arresto dell’imprenditore edile Giuseppe Ricciardello, padre del sindaco brolese Rosaria “Irene” Ricciardello.
 
Ma nel blitz dell’Arma sono finiti professionisti a decine, fra i territori provinciali di Messina e Catania.
Domiciliari per Teresa Notaro, altra avvocatessa di Sant’Agata di Militello (che avrebbe guidato un autonomo gruppo criminoso in stretto contatto con quello coordinato da Ricciardi e Piscitello), per Rosaria Lo Presti (alla guida di un patronato), per i fiscalisti Ilenia De Luca e Vincenzo Princiotta e per Maria Di Gaetano.
Disposto poi l’obbligo di dimora per dieci persone: tra i destinatari anche un collaboratore di studio della Ricciardi, Antonino Pino, intermediari e titolari di ulteriori patronati.
 
C’è poi un capitolo a parte per le misure interdittive: all'interno dell'Inps, hanno infatti avuto funzioni e stipendio "congelati" il direttore della sede di Barcellona Pozzo di Gotto Antonino Ventura e la funzionaria della sede di Patti Margherita Salpietro. E anche ben 12 medici, ritenuti responsabili d’aver firmato cartelle cliniche falsificate, sono stati colpiti dall’interdizione dall’esercizio della professione per periodi compresi tra gli 8 e i 12 mesi.
Peculiare poi il ruolo di tre cancellieri e un assistente giudiziario del Tribunale di Patti: sarebbero le interfacce “nere” della corruzione. Secondo gli inquirenti, questi quattro soggetti di volta in volta incassavano tangenti in proporzione alle indennità che venivano elargite senza titolo dall’Istituto previdenziale. 
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