Massa Carrara, pestaggi in caserma, arrestati 4 carabinieri. Il pm: «Gravi abusi»

Massa Carrara, pestaggi in caserma, arrestati 4 carabinieri. Il pm: «Gravi abusi»
di Renato Paone
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Giovedì 15 Giugno 2017, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 13:24

Nove carabinieri sono stati raggiunti da misure cautelari in un'indagine su abusi e violenze in caserme della Lunigiana, in provincia di Massa Carrara. Sono circa un centinaio gli episodi su cui sta indagando la procura. Su tutti, spiccano il pestaggio di un marocchino dopo essere stato portato in caserma per alcuni controlli e le presunte molestie sessuali nei confronti di una prostituta. Tra gli indagati: un maresciallo, un brigadiere, alcuni appuntati e militari semplici. E sembrerebbe trattarsi, come ha spiegato Aldo Giubilaro, procuratore capo di Massa, di una «condotta diffusa, sia in caserma che fuori». Dei nove, uno è stato arrestato per falso e lesioni, altri tre sono ai domiciliari, quattro loro colleghi hanno l'obbligo di dimora e l'ultimo è stato sospeso. Erano tutti in servizio nella provincia toscana: sei di questi erano nella caserma di Aulla e tre ad Albiano Magra.

ILLEGALITÀ ABITUALE
Stando alle dichiarazioni degli inquirenti, illegalità e abuso per quel gruppo di militari erano «quasi una normalità». Le accuse a loro carico vanno dalla violenza sessuale alle lesioni aggravate e si riferiscono al periodo compreso tra il 2015 e il 2016. L'inchiesta era emersa tra febbraio e marzo, quando per una ventina di indagati scattarono perquisizioni nelle caserme. L'inchiesta, affidata al pm Alessia Iacopini, è partita in seguito alla denuncia di un italiano. Durante gli accertamenti, la procura avrebbe riscontrato, grazie anche a intercettazioni ambientali e telefoniche, decine di episodi di falsificazione dei verbali e di violenza nei confronti di persone sottoposte a controlli, sia italiane che straniere. Il procuratore capo Giubilaro ha spiegato che i nove militari avrebbero commesso «varie e molteplici cose», dichiarandosi poi colpito dalla «gravità dei fatti» e dalla loro «diffusività e normalità» seppur «circoscritta» agli indagati.

LO SPACCIATORE
Le accuse di lesioni e falso nei confronti dei carabinieri, in particolare, farebbero riferimento a dei pestaggi, tra cui uno ai danni di un cittadino extracomunitario del Marocco, presunto spacciatore. Nel corso di un'attività di controllo antidroga, l'uomo era stato portato in caserma in Lunigiana. Qui, stando alla ricostruzione dell'accusa, «quattro militari - come dichiarato dal fermato - lo avrebbero colpito ripetutamente, facendolo finire in ospedale. Dopo di che, per insabbiare l'accaduto, i carabinieri avrebbero falsificato i relativi verbali: «Erano metodici e sistematici» ha sottolineato Giubilaro. Al vaglio degli inquirenti, infatti, vi sono altri episodi poco chiari e altrettanti verbali contraffatti, che sono già stati sequestrati nei mesi scorsi. Uno di questi riguarderebbe una prostituta, che, una volta portata in caserma, avrebbe subito abusi sessuali. Sotto la lente della procura anche alcune presunte «sparizioni» di droga sequestrata.

LO STATO DI DIRITTO
Come ha spiegato il magistrato inquirente, «non è consentito in uno stato di diritto come il nostro, che la sola appartenenza a una categoria sociale o a un corpo come l'Arma dei carabinieri, renda immuni da ogni responsabilità e autorizzi persino la commissione di reati». «L'adozione delle misure - ha concluso Giubilaro - ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell'assurdità da parte di chiunque, militari dell'Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e, anzi, offre garanzia della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell'Arma».