Pontida, festival antirazzista sul pratone della Lega: polemica per lo striscione rimosso

Pontida, festival antirazzista sul pratone della Lega: polemica per lo striscione rimosso
di Claudia Guasco
3 Minuti di Lettura
Sabato 22 Aprile 2017, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 17:06

dal nostro inviato

PONTIDA "Ma, forse hanno esagerato un po'". Il signor Carlo, 75 anni, scuote la testa perplesso davanti alla fila di blindati dei carabinieri e della polizia. Pontida, oggi sede del festival antirazzista, e' un paesello blindato. Un'ordinanza del sindaco ha imposto la chiusura di scuole e negozi, l'unico supermercato ha le saracinesce abbassate. Persino il cimitero ha la catena al cancello e la discarica e' ferma. Il cinese Lin, detto Mario, lavora al bar e da buon imprenditore non si capacita: "Peccato, si poteva incassare molto. Ma per chi trasgredisce c'e' una multa di 300 euro".

 

 


"TERRONI DEL NORD"
A Pontida e' il giorno del concerto promosso dai centri sociali napoletani, sullo stesso pratone dove ogni anno la Lega Nord raduna il suo popolo. Sul palco si succedono interventi contro il razzismo e i pezzi di dieci band, tra cui i gruppi bergamaschi Signor K, Cornoltis, Spin that shit e Caravan Orkestar, fino al tramonto quando arriveranno i "Terroni Uniti" con Eugenio Bennato, 99 Posse, Tonino Carotone, ‘Nto e Petrosino. Nel vicino campetto e' stato organizzato un torneo di calcetto, con affitto del terreno di gioco regolarmente pagato al Comune (300 euro). A ruba le magliette (10 euro) con dichiarazione d'intenti stampata sul petto: "Odio i razzisti", "Terroni del nord", e "Terroni a Pontida". Birra, acqua e panini con la salamella a prezzi popolari. "Sara' solo un concerto, una grande festa per tutti - assicura Claudio Ceruti, del centro sociale Paci' Paciana di Bergamo - Non vogliamo provocare nessuno e non ci aspettiamo problemi dai leghisti, assicureremo anche un minimo servizio d’ordine". All'inizio, spiega un esponente del centro sociale Lambretta di Milano, "ci avevano proposto un’altra sede, ma Pontida ha un significato simbolico forte, visto che da oltre trenta anni la Lega Nord organizza i suoi raduni sputando odio e veleno sui meridionali e i migranti".

LA SCRITTA CANCELLATA
Alcuni esponenti del Carroccio non runinciano a un sopralluogo sul "loro" pratone. Tra questi l'ex ministro della giustizia Roberto Castelli, venuto a testimoniare che "il popolo della Lega c'e'". Spiega: "Siamo qui perche' alcuni del popolo della Lega non si rassegnano a non testimoniare che il prato e' importante. Siamo qui a testimoniare che ci siamo, perche' qualcuno ha pensato che fosse meglio cancellarci per prudenza. Ieri hanno cancellato la scritta "Padania a casa nostra" e una lapide è stata blindata". Cio' premesso, Castelli tiene a sottolineare di non avere nulla contro la manifestazione: "Basta che manifestino pacificamente".
La decisione di cancellare il maxi slogan e' stata presa dal direttivo provinciale per "evitare di dare soddisfazione alle zecche rosse di farsi dei selfie 'piscianti' come in questa foto", che il segretario Daniele Bellotti allega al suo post su Facebook. " Lunedi' - garantisce - la scritta tornerà come prima". Ma contro questa iniziativa prende posizione il segretario milanese Davide Boni: "I simboli non si cancellano, mi spiace dirllo. Era la' dal 1990. Possono essere anche imbrattati, ma non si cancellano. Ne faranno un'altra ma non sara' la stessa".

© RIPRODUZIONE RISERVATA