Roma, mancato sgombero: il giudice condanna il Viminale. «Proprietari non tutelati ora lo Stato risarcisca»

Roma, mancato sgombero: il giudice condanna il Viminale. «Proprietari non tutelati ora lo Stato risarcisca»
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Lunedì 11 Dicembre 2017, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 15:00
La decisione è indubbiamente senza precedenti recenti, anche se il ministero dell'Interno ostenta tranquillità e ha già presentato appello. Nelle scorse settimane, il tribunale civile di Roma ha condannato il Viminale a risarcire con una cifra complessiva di 7 milioni di euro i proprietari di un palazzo occupato a Roma, nei pressi della vecchia Fiera, per il mancato sgombero dell'edificio (come Il Messaggero aveva anticipato il 16 novembre scorso). E lo ha fatto argomentando che l'interesse del singolo prevale anche sulle valutazioni più complessive di ordine pubblico e pericolo generale affidate alla prefettura: «Le forze di polizia - si legge - divengono vincolate, nelle attività di tutela dell'ordine pubblico, della pubblica sicurezza e del rispetto delle leggi, ed in particolare nella tutela della legalità, ad intervenire nell'interesse del singolo».

IL RUOLO DEL MINISTERO
Proprio questa motivazione, firmata dal giudice Lilia Papoff, rappresenta la novità, anche se dal ministero assicurano che il tema è superato dalla circolare emanata la scorsa estate, dopo lo sgombero di via Curtatone, perché il testo chiarisce la responsabilità di tutte le parti in causa, inclusa l'amministrazione cittadina. Finora, la modalità attuativa degli eventuali sequestri di palazzi occupati abusivamente, era considerata affidata alla Prefettura che valutava e valuta il pericolo più complessivo per l'ordine pubblico e dunque, ad esempio, la presenza di bambini, anziani o malati o le condizioni metereologiche: «La condotta illecita omissiva da parte delle forze dell'ordine non può tuttavia dirsi cessata (il riferimento è ad una circolare dello scorso annondr) - scrive invece il giudice - in quanto la facoltà per la Prefettura di ingerire nelle modalità esecutive di un provvedimento giudiziario non giustifica la totale inerzia da parte degli organi delegati per l'esecuzione». La polizia, prosegue il magistrato, è obbligata ad intervenire per tutelare il diritto alla proprietà privata: «È tutelabile giuridicamente la pretesa dell'individuo proprietario dell'immobile a non essere ulteriormente pregiudicato dalla commissione del reato, a seguito della valutazione del giudice. Le forze di polizia divengono quindi vincolate ad intervenire nell'interesse del singolo».

L'edificio in questione, di proprietà della Oriental Finance srl, attiguo ad un hotel nella prima cerchia periferica della capitale (via del Caravaggio 105/107) è stato occupato nel 2013 da «oltre trecentocinquanta persone» e nell'agosto dell'anno successivo è scattato il decreto di sequestro preventivo firmato dal gip. Mai eseguito, ha spiegato il ministero dell'Interno nel corso del processo, perché l'amministrazione locale non era riuscita a «trovare delle soluzioni alloggiative temporanee per i casi più gravi», «non potendosi ritenere sussistente un obbligo di provvedere sic et simpliciter, senza preoccupazione per le ricadute sul piano della sicurezza pubblica e dell'ordine pubblico». La mancata esecuzione del provvedimento penale, si legge ancora negli atti della difesa, «non poteva essere imputata al ministero il quale non ha competenza autonoma in tema di esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali».

LE PROSSIME MOSSE
La proprietà potrebbe ora chiedere un decreto ingiuntivo per ottenere l'immediato risarcimento, di 266mila euro al mese dal 2014 ad oggi, tanto più che il ministero ha già fatto appello.
Molto soddisfatto il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: «Stiamo cercando di diffondere quanto più possibile la sentenza a tutte le nostre federazioni - dice - quello che più conta è il principio. Vorremmo che questa decisione fosse un monito per la politica. Il risarcimento alla fine è a carico dei contribuenti, non è questo che vorremmo, quanto piuttosto che non si arrivi a situazioni come questa e che lo stato persegua i reati legati alle occupazionI».
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