Mafia Capitale, Cantone: «Buzzi come Dottor Jekyll e Mister Hyde»

Mafia Capitale, Cantone: «Buzzi come Dottor Jekyll e Mister Hyde»
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Domenica 18 Gennaio 2015, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 12:57
«Sono abbastanza abituato» a ricevere minacce. «Continuo a fare la stessa vita che ho sempre fatto» e «la compagnia con cui mi accompagno è la scorta. È difficile dire che mi sento intoccabile, ma faccio in modo il più possibile di esserlo».



Ha esordito così il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, nel corso de L'intervista di Maria Latella su Sky Tg24.



Nel corso dell'intervista, Cantone si è soffermato sulla vicenda Mafia Capitale, in particolare parlando di Salvatore Buzzi. Quest'ultimo, per Cantone, «è riuscito veramente ad avere una doppia vita tipo Dottor Jekyll e Mister Hyde. È una vicenda che ha inquietato moltissimo. Buzzi era frequentatore di ambienti importanti malgrado fosse stato condannato per un omicidio. Ovviamente attendiamo le sentenze, ma se dovesse essere confermato questo meccanismo, veramente lui era in grado di cambiare posizione. Lo scenario che emerge dal caso di "mafia capitale" è sicuramente poco atteso da chi da troppo tempo aveva sottovalutato il rischio di infiltrazioni criminali nella capitale. Si tratta di una vicenda veramente inquietante, perché mette insieme tutti i pezzi della politica, moltissimi pezzi dell'amministrazione e vede soprattutto un pezzo della politica asservita a un sistema criminale a metà tra mafia e fatti corruttivi e organi di criminalità organizzata.



Ma Cantone ha parlato anche di Expo, e in particolare del metodo dei controlli utilizzato per l'evento, che secondo lui potrebbe diventare «esportabile»: «In questi giorni abbiamo fatto un incontro con l'Ocse che ci ha riconosciuto che i nostri controlli sono efficaci, che il metodo Expo non è solo delle tangenti ma dei controlli che stiamo facendo, e forse diventerà un metodo esportabile in altre realtà del mondo», ha sottolineato.



Il presidente dell'Autorità anticorruzione ha poi parlato di evasione fiscale: «È oggettivamente e enormemente sottovalutata, in un sistema che è farraginosissimo nella capacità di recuperare il danaro.
Il paradosso è che, quasi sempre, il maggior recupero fiscale avviene dopo le indagini penali, il che è un limite del nostro sistema». Quanto alla misura "salva-Berlusconi", Cantone ha ricordato che quel provvedimento è stato ritirato, quindi «aspettiamo di vedere come sarà ripresentato. Credo sia giusto che per i reati fiscali sia fissata una soglia, un quantitativo oltre il quale è giusto che ci sia la punibilità. Per fatti minori invece non è giusto che intervenga il giudice penale». Il presidente si è detto «convinto che i quantitativi devono essere stabiliti con regole e non in percentuale. I meccanismi percentuali finiscono per creare il rischio di punire in modo diverso a secondo del diverso livello di ricchezza. Cioè, più sei ricco più paradossalmente non rischi penalmente».
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