Loris, il racconto della vicina di casa: quella famiglia era un inferno

Loris, il racconto della vicina di casa: quella famiglia era un inferno
di Nino Cirillo
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Venerdì 12 Dicembre 2014, 06:08 - Ultimo aggiornamento: 13:12
In via Garibaldi 82, al terzo piano, abita una donna albanese di 42 anni, vicina di casa, proprio di pianerottolo, della famiglia Stival. È lei l'ultima controversa figura che viene fuori dalle indagini sull'omicidio del piccolo Loris, una figura - seppure non così determinante - che assomiglia tanto al fioraio di Avetrana, che prima non ricorda, poi ricorda e alla fine si rimangia tutto.






Viene presa subito a verbale, ovviamente, e fornisce il quadretto idiallico di una famiglia perfetta. Davide spesso fuori con il suo camion, Veronica in casa, madre premurosissima dei suoi due bambini, di Loris e del piccolo Diego, che ha solo 3 anni, e mai una parola fuori posto, mai una discussione. La donna albanese ogni mattina va a lavorare a Ragusa.



L'ALTRA VERSIONE Ed è una mattina della settimana scorsa, appunto, che si ferma da un'edicolante, proprio nel centro della città, e le racconta quello che ai Carabinieri non aveva detto. Le fornisce un sfondo totalmente diverso, che se fosse vero anche solo parzialmente potrebbe risultare ben utile a queste indagini: «Moglie e marito litigavano sempre, li sentivo gridare. Parlavano di soldi presi in prestito che non riuscivano a restituire. Lui le rimproverava di spendere troppo. Eh sì, se la predevano anche con i bambini, li sgridavano spesso». L'edicolante non perde tempo, informa subito i Carabinieri, un po' come le maestre che si videro consegnare da Veronica fascette delle stesso tipo di quelle servite a strangolare Loris. A strettissimo giro la donna albanese viene riconvocata, ma il risultato è zero: non conferma nulla.