Loris, contro Veronica tanti indizi ma ancora nessuna prova

Loris, contro Veronica tanti indizi ma ancora nessuna prova
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 08:16
dal nostro inviato Nino Cirillo



Già avvertono i criminologi più prudenti ed esperti che, se non cambiano le carte in tavola, questo sarà comunque un processo indiziario. Imponente per la quantità di elementi raccolti a carico di Veronica Panarello, importante per la qualità di questi elementi, ma sempre indiziario.

La verità va detta: in questi dieci giorni di estenuanti indagini, dalla scoperta del cadavere fino al fermo della mamma di Loris, non è stata raccolta una sola prova che possa definirsi tale.Eppure...



NON È MAI ANDATO SCUOLA

Eppure Veronica racconta una bugìa colossale quando dice ai Carabinieri di aver accompagnato Loris a scuola. Una bugìa che già si intravede fra le sue due deposizioni in Questura: nella prima sostiene di averlo lasciato «a cinquecento metri dall'ingresso», mentre nella seconda si corregge e di parecchio, soltanto «a poche decine di metri». Ma ci penseranno le telecamere a inchiodarla definitivamente: quelle della scuola riveleranno che laggiù la sua Polo nera non è mai arrivata mentre l'altra, la telecamera dell'emporio davanti a casa sua, dirà che Loris sull'auto non è mai salito, ha ripreso piuttosto la strada del portone e da lì e sparito. Erano le 8.32.



QUEI LUNGHISSIMI 36 MINUTI

Sono sempre le telecamere - la «nota informativa» consegnata dagli investigatori alla Procura sembra la vera ossatura di quest'inchiesta - a raccontarci che Veronica va ad accompagnare solo il figlio piccolo Diego all'asilo, in via Giardino, e da lì rientra a casa. Sono le 8.49. Sarà ancora l'occhio elettronico a riprenderla mentre esce di nuovo con la Polo nera, alle 9.25. La domanda è la stessa, martellante: cosa ha fatto in casa in quei 36 minuti? Dov'era Loris in quei momenti, visto che l'autopsia immagina possa essere stato strangolato proprio a quell'ora?



QUEL FRAME DETERMINANTE

S'è detto e s'è ridetto dei 6 minuti in più che la Polo nera avrebbe impiegato per compiere un certo tragitto fra le 9.26 e le 9.39, e che a metà di questo tragitto, guarda caso, c'è il bivio per il Mulino Vecchio, dove Loris sarebbe stato poi ritrovato. Ma ora c'è di più, ora i super investigatori arrivati da Roma sanno anche a chi appartiene quell' «auto di colore scuro che senza rallentare la marcia», proprio in quegli stessi minuti, «prosegue in direzione della strada che va al Vecchio Mulino, scomparendo in tal senso dalla visione della telecamera». Ancora più vicino, quindi, praticamente quasi sul posto rispetto al canale di scolo dove venne trovato il corpo di Loris. Gli esperti di Carabinieri e Polizia ne sono sicuri dopo essere riusciti quasi miracolosamente a isolare un frame del filmato. Per le indagini è stato il punto di svolta che ha condotto al fermo.



IL PAESE DELLE FASCETTE

Da quando si è saputo che proprio con una fascetta elettrica Loris è stata strangolato e con un'altra fascetta gli sono stati legati i polsi, queste fascette continuano a spuntare da ogni dove. Addirittura vicino al Mulino vecchio dove ieri ne è stata segnalata una anche bruciacchiata. Come fanno notizia le fascette ritrovate in casa di Loris, una usata per la culla, un'altra per fissare un orsacchiotto a un mobile e altre ancora per il cartello Vendesi sul balcone. Ma le uniche fascette che a pieno titolo potrebbero entrare in queste indagini, sono quella che la mamma di Loris una settimana fa decise di consegnare a due maestre della scuola. Le maestre sgranarono gli occhi: quelle fascette non le avevano mai chieste al bambino, in classe non le usavano proprio. Perché Veronica ci ha tenuto tanto a riconsegnarle alla scuola?



SENZA UN PERCHÉ

Nessuno si azzarda ancora ad affiancare un movente a tutta la mole di indizi raccolti contro Veronica. Se l'ha fatto, perché l'ha fatto? La sua vita privata, il suo computer, le sue amicizie, tutto è stato scandagliato in profondità senza trovare niente. Non un solo movente perché dovesse uccidere il figlio con tanta ferocia. Certo, Loris era legatissimo al padre, era con lui che scambiava montagne di messaggini, e «nell'ultima settimana era un po' nervoso perché a scuola lo prendevano un giro», come Veronica stessa ha raccontato. Ma tutto qui.



NIENTE TELEFONATE

Se è davvero lei l'assassina del figlio, altro che donna fragile. Nelle ore decisive di sabato non ha fatto una sola mossa falsa, a parte, forse, un'eccessiva precipitazione nel dare l'allarme della scomparsa. I tabulati non rivelano una sola telefonata sospetta, un solo messaggino spunto d'indagine. Il marito che la chiama dal camion, familiari stretti, le solite amiche e niente più. Nel processo indiziario che s'annuncia anche questo peserà.



L'ANGOLO CIECO DI VIA GARIBALDI

Come sicuramente peserà quella che sembra una beffa, un segnale di amaro contrappasso. Perché le telecamere che tanto danno a queste indagini, alla fine si rifiutano di percorrere l'ultimo miglio, anzi, l'ultimo metro. Incredibile ma vero: la famosa telecamera dell'emporio risulta inclinata in maniera tale da seguire ogni volta la Polo nera di Veronica, ma solo fino al cortile davanti al garage. Poi non poi riesce più a filmarla, esce dal suo raggio, non stabilisce se entra e cosa accade nel garage. Alla difesa sicuramente non sfuggirà.