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L'uomo è un contadino di cinquant'anni e ha probabilmente contratto la leptospirosi, volgarmente detta la "febbre dei porcai", proprio sul posto di lavoro: la patologia è considerata una malattia professionale che colpisce chi lavora con animali potenzialmente infetti, in particolare maiali e cani, ma spesso viene trasmessa dall’urina dei topi. Il contagio avviene attraverso mucose o ferite sulla pelle, o in modo indiretto se a contatto con acque stagnati e carcasse infette.
Si tratta di una malattia rara, in Italia si parla di circa cento persone l'anno, che può sfociare in una forma più grave e pericolosa chiamata sindrome di Weil. «Il morbo di Weil, che comporta un’insufficienza multiorgano che coinvolge fegato, reni, polmoni e dà mortalità elevata. Il nostro paziente rientra in questa casistica: è arrivato all’ospedale in condizioni di malattia molto avanzate ed è stato necessario un approccio aggressivo in terapia intensiva, con intubazione e dialisi», ha spiegato il professor Marcello Tavio, direttore dell’Unità operativa di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona.
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