Morti in corsia, le telefonate choc di Laura: «Uccidiamo anche i miei figli»

di Claudia Guasco
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Mercoledì 30 Novembre 2016, 09:03
dal nostro inviato
SARONNO Lui in preda a un delirio di onnipotenza, lei posseduta da un amore al quale è disposta a sacrificare tutto: il marito, la madre, persino i suoi bambini. «E dei miei figli cosa vuoi che ne faccia? Vuoi che li elimini?», chiede Laura Taroni intercettata al telefono con il suo amante Leonardo Cazzaniga. «No, i bambini no», li risparmia lui in un moto di pietà.

SCIA DI MORTE
Da due anni il medico e l'infermiera fanno coppia fissa, sono usciti allo scoperto qualche mese dopo la morte del marito di lei, il 30 giugno 2013. Massimo Guerra aveva 46 anni, gestiva l'azienda agricola La Regina a Lomazzo: gli hanno fatto credere di avere il diabete e per mesi gli hanno somministrato farmaci «assolutamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino alla morte». Il corpo è stato cremato, «probabilmente per cancellare le tracce», dicono gli investigatori. E poi c'è la madre di Laura, anche lei morta: non vedeva di buon occhio la relazione della figlia con quel dottore separato, per questo secondo gli investigatori sarebbe stata eliminata. Il pm ha chiesto gli arresti anche per questo presunto omicidio, ma secondo il gip non emergono evidenze cristalline come per gli altri casi. Già così la misura dell'orrore parrebbe colma, se non fosse per un altro lutto che aleggia sull'agriturismo. Qui vivevano tutti insieme, in due villini uno accanto all'altro, da una parte l'infermiera con il marito e i due figli, di fronte - in una casetta a tre piani - la madre di Massimo con la zia e lo zio Nazzareno, 72 anni.
Il 24 agosto 2013, mentre puliva la vasca dei liquami, Nazzareno è caduto dentro ed è morto. «Incidente o malore», hanno stabilito gli inquirenti. Certo è che tra Laura e la famiglia del marito morto non correva buon sangue. C'era di mezzo l'eredità da spartire e il rischio che l'infermiera potesse perdere la casa, ritrovandosi per strada con i bambini. Una situazione difficile, che aveva inasprito i rapporti e sconvolto i due figli.

«DIFFICILE UCCIDERE NONNA»
Soprattutto il bimbo di undici anni, risucchiato nella follia della madre che lo acceca. I due parlano al telefono, e il figlio precipita in un delirio omicida che lei incoraggia. «Ma poi la nonna Maria la facciamo fuori...», dice il ragazzino. «Ma non hai capito», risponde lei. «La Nene la possiamo far fuori quando vogliamo e anche la zia Adriana», insiste il bambino. Che proclama: «Non sai quanto le nostre menti omicide messe insieme siano così geniali». Per la donna però il piano è irrealizzabile e spiega al figlio il motivo: «Tua nonna non è possibile. A tua nonna e a tua zia non è semplice... A meno che non gli fai tagliare i fili dei freni a tua zia... Gli tiri l'olio dei freni». Per l'infermiera è solo una questione di età: «Poi c'è tua zia Gabriella... Non sei abbastanza grande per poter... Non sei abbastanza grande!», incalza. Madre e figlio, intercettati, si confrontano su progetti criminali e possibilità di metterli in atto. «E poi cosa avresti fatto? - dice lei - Le avresti fatte sparire così? Non è così semplice, sono grosse! L'umido da noi passa solo una volta a settimana, non abbiamo più neanche i maiali». Laura Taroni pare l'angelo della morte. Istiga e blandisce, non ha pietà per nessuno. Nemmeno per Leonardo Cazzaniga, che in uno dei rari momenti di lucidità capisce che forse può finire in galera. «Secondo te potrei essere accusato di omicidio volontario? - chiede alla donna - Se si documenta che ho praticato l'eutanasia... io non sono neanche l'unico». La risposta di lei non lascia scampo: «L'eutanasia è un'altra cosa. Tu firmi e ti fanno un cocktail di farmaci... loro non riuscivano nemmeno a respirare». Il medico, a questo punto, si preoccupa: «E allora è omicidio volontario. Potrei venire accusato». La debolezza è momentanea, in una conversazione del del 20 luglio 2015 è lui a rassicurare l'infermiera. «Ma no, non ci sono elementi, capisci? Non ci sono proprio elementi. E ride.