MILANO Ci sono altri due arresti nell'inchiesta sulla tentata estorsione a Lapo Elkann.
A finire in manette sono Bicio Pensa, fotografo che ai tempi d'oro di Fabrizio Corona lavorava nella scuderia del paparazzo dei vip, e Giovanni Bellavista, fratello del cameriere già finito in carcere. I tre, secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, sono gli organizzatori del presunto ricatto ai danni di Elkann: dovevano farsi consegnare denaro in cambio di un video compromettente in cui l'erede di casa Agnelli compariva vicino a della cocaina. ALCOL E DROGA
Il terzetto avrebbe chiesto un totale di 120 mila euro, di cui 30 mila versati, per non diffondere quelle immagini che, stando al verbale del cameriere, immortalerebbero Elkann durante un pomeriggio sfrenato, tra "droga e autoerotismo".
Finì nell'appartamento del cameriere, dove c'era anche il! fratello, e l'uomo "distese sul tavolo linee di sostanza di colore bianco, facendomi intendere fosse cocaina. Non mi ricordo assolutamente, anche in ragione del mio stato di confusione legato alla precedente assunzione di alcol, se provai tale sostanza".
"ERO SPAVENTATO"
Stando all'interrogatorio del cameriere, riportato nell'ordinanza del gip Stefania Pepe, Lapo "stava ansimando evidentemente sotto l'effetto di stupefacenti, aveva indosso una giacchetta ed una coperta", si stava lasciando andare sul divano ad atti di autoerotismo. Verso la fine di giugno, a quanto emerge dalle 29 pagine di ordinanza, l'uomo, in concorso con il fratello che con uno smartphone aveva girato un video, avrebbe minacciato il "noto imprenditore" di diffondere le immagini "via internet o tramite organi di stampa". Cosi' il 19 luglio Elkann, attraverso il suo "stretto collaboratore Nelson Shawn Carlo", avrebbe consegnato loro 30 mila euro, con tanto di "scrittura privata" e ottenendo in cambio il telefono con le immagini.
Nel verbale il rampollo di casa Agnelli ha spigato quel versamento con la seguente motivazione: "Ero stanco e spaventato di essere sottoposto a una gogna mediatica continua, con il timore fondato di un grave danno per la mia reput! azione ... come peraltro già avvenuto in passato in altre situazioni in cui ero stato coinvolto, divenute oggetto di procedimenti penali ma anche di esposizione mediatica molto lesiva della mia persona ed anche della mia famiglia".