Lampedusa, migranti in rivolta
Il premier: a Tunisi per fermare sbarchi

Controlli prima dell'imbarco sulla Excelsior
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Giovedì 31 Marzo 2011, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:13
ROMA - I migranti sono tornati a protestare per le strade di Lampedusa, improvvisando nel pomeriggio un corteo prima di radunarsi nel molo del porto vecchio, dove a centinaia hanno chiesto a gran voce di lasciare l'isola, intonando in coro Sicilia, Sicilia e accusando le autorit di averli abbandonati.



Per due ore è sembrato che tutto potesse accadere, tanta era la paura degli extracomunitari di essere rimpatriati, una voce che ha cominciato a serpeggiare dopo l'annuncio fatto ieri dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il quale ha detto a chiare lettere, durante la sua visita nell'isola che la destinazione dei non richiedenti asilo sarà quella dei respingimenti nei paesi d'origine. La tensione si è placata solo in serata, ma il blocco dei trasferimenti, seppur causato dalle cattive condizioni del mare, suona come una minaccia per chi è costretto da giorni a misurare gli stretti confini dell'isola.



Ventitre nodi di vento e la macchina dei trasferimenti si è bloccata. Era andata bene fino a mezzogiorno, quando dal molo di Cala Pisana si erano staccate alla volta di Taranto prima la «Excelsior», con il suo carico di 1.716 migranti, salpata all'alba, e poi la «Catania», con a bordo altri 600 extracomunitari. Quando è arrivato il turno della «Clodia» il mare si è ingrossato ed è stato inutile il tentativo di un altro traghetto della T/Link di avvicinarsi alla banchina, dove 500 persone sono rimaste ad attendere l'imbarco che oggi potrebbe non avvenire; e allora qualcuno dovrà restituire loro le stringhe delle scarpe e la cintura, che la regola vuole siano tolti prima di salire a bordo.



Il giorno dopo la visita del presidente del Consiglio, che ha promesso ai cittadini di liberare Lampedusa entro 48-60 ore, l'isola registra un numero di migranti - per la prima volta da una decina di giorni - inferiore alla soglia di quattromila: sono, infatti, 3.931 gli extracomunitari presenti, dopo che 2.316 sono andati via in meno di 24 ore, nonostante siano stati annullati i tre ponti aerei previsti in giornata. E all'orizzonte non ci sono barconi. Ma i migranti rimasti non si sentono rassicurati da questi movimenti e vogliono vederci chiaro. Vogliono lasciare questo scoglio sul quale da giorni la gran parte di loro dorme all'addiaccio, ammassata soprattutto in quel posto dove casualmente hanno finito per convergere e che è stato battezzato la «collina della vergogna». E proprio lì, dopo il

corteo, è continuata la loro protesta. L'intervento degli operatori umanitari ha placato gli animi delle centinaia di persone, che hanno finito per organizzare una sorta di assemblea, riunendosi in cerchio sul molo del porto vecchio, proprio ai piedi della collina. La paura è legata ai possibili rimpatri: è questa la sintesi che hanno elaborato dopo il piano illustrato dal premier, anche se il sindaco dell'isola, Bernardino De Rubeis, esclude categoricamente l'ipotesi.



Berlusconi e il ministro dell'Interno Roberto Maroni hanno annunciato intanto che andranno lunedì in Tunisia per mettere a punto gli accordi e ottenere l'impegno di provvedere alla sorveglianza delle coste per evitare altre partenze. A Tunisi, Berlusconi e Maroni incontreranno il primo ministro tunisino, Beiji Caid Essebsi, e altri rappresentanti del governo. Il governo, sempre secondo quanto si apprende, chiederà il rimpatrio dei clandestini in cambio di equipaggiamenti e materiali, come veicoli e motovedette, oltre ad aiuti per programmi di tutela ambientare e di supporto all'economia tunisina.



Intanto il governo mette a punto il piano per accoglierli nelle varie regioni: prevista, spiega il ministro dell'Interno Roberto Maroni, una disponibilità di 10mila posti in tutte le regioni escluso l'Abruzzo. E aggiunge che i no all'accoglienza non sono giustificati. Piano che scatenano la protesta delle regioni:Vasco Errani, presidente ell'Emilia Roamgna, e della Conferenza delle regioni, afferma: sulle tendopoli scelta del governo unilaterale.



Dalla Difesa arrivano sette siti, tutti al Nord. Domani a Palazzo Chigi riunione della cabina di regia. La Commissione Ue intanto è al lavoro per attivare la solidarietà e redistribuire i rifugiati dal Nord Africa. Il ministro degli Esteri Franco Frattini spiega che il rimpatrio forzato è un'extrema ratio ma non si può escludere, mentre il premier Silvio Berlusconi sollecita la Tunisia al rispetto dei patti. Da Tunisi, intanto, si apprende del naufragio di un barcone con la morte di 12 clandestini al largo di Kerkennah.



Sono oltre 2500 i migranti già trasferiti da Lampedusa, in aereo e in nave, mentre prosegue a pieno ritmo il piano di evacuazione messo a punto dall'unità di crisi presieduta dal commissario straordinario per l'emergenza umanitaria, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso. Poco dopo le 6 di questa mattina è partita da Lampedusa la nave Excelsior, della compagnia Grandi navi veloci, con a bordo oltre 1.700 immigrati destinati a Taranto e di lì a Manduria, tendopoli che ieri è stato deciso di ampliare,provocando le dimissioni del sottosegretario Mantovano.



Nella tarda mattinata la nave Catania della Grimaldi è salpata dal molo di Cala Pisana con 600 migranti a bordo, anch'essa diretta a Taranto. Altri 200 immigrati sono stati portati via con due voli aerei diretti verso i centri di accoglienza di Crotone e Bari. Ancora in rada la nave militare San Marco che dovrebbe trasferire un altro migliaio di immigrati. Lampedusa, ha annunciato ieri Berlusconi, «sarà svuotata il 48-60 ore». Il totale dei migranti presenti sull'isola è sceso al momento a circa 3.700.



Ieri sono sbarcati progressivamente 500 migranti. Questa mattina è iniziata la disinfestazione al porto vecchio dell'isola. Una decina di uomini stanno disinfestando la zona che costeggia il porto dal quale vengono imbarcati gli immigrati tunisini. Pulizie straordinarie anche sulla piccola spiaggia davanti al porto. Resta invece sporca la zona attorno alla “collina della vergogna” che la notte si trasforma in una tendopoli dove dormono un migliaio di immigrati in tende di plastica allestite alla meno peggio.



Maroni: Berlusconi vada in Tunisia per i rimpatri.
«C'era l'impegno della Tunisia per il contrasto dei flussi illegali - ha detto Maroni - ma finora ciò non è avvenuto, così come non c'è disponibilità ad accettare i rimpatri de 19mila tunisini identificati. Ho chiesto quindi a Berlusconi di sollecitare il primo ministro, se necessario andando a Tunisi».



Berlusconi: Tunisi non sta fermando le partenze.
«La Tunisia aveva garantito di fermare la partenza di barche dai suoi porti e questo invece non è avvenuto - ha affermato il premier -. Il governo ha garantito impegni finanziari per la ripresa economica delle città tunisine e di contro il governo tunisino deve accettare il rimpatrio dei suoi concittadini. Si tratta di 5mila tunisini che non sarebbero accettati perché noi sappiamo che dalle loro carceri sono evasi in 11mila ed abbiamo il sospetto che possano arrivare da noi, ed è anche giusto che il Paese da dove sono partiti se li riprenda».



Maroni: «Tendopoli per 10mila clandestini in tutte le regioni». «Il piano messo a punto per accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa prevede una disponibilità di diecimila posti, in tutte le regioni italiane ad eccezione dell'Abruzzo - ha detto Maroni - L'emergenza si risolve se e quando la Tunisia blocca i flussi e si riprende i clandestini, che devono essere rimpatriati». Il piano sarà illustrato domani alle Regioni e agli enti locali in una riunione al Viminale. «Atteggiamenti di rifiuto - ha aggiunto il ministro - non possono essere giustificati, è un'emergenza grave che richiede il concorso di tutte le regioni. E' chiaro che nessuno vuole situazioni di questo tipo, ma dove ci saranno i Cie verranno garantite misure di sicurezza affinché non si creino problemi particolari».



Casini: dimissioni Mantovano grave fatto politico. «Venga incardinata oggi stesso una comunicazione del ministro dell'Interno sulla destinazione delle navi che partono da Lampedusa»: lo ha chiesto nell'aula della Camera il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ricordando le dimissioni, ieri sera, del sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. «Quelle dimissioni sono un grave fatto politico» ha detto Casini.



L'emergenza a Lampedusa fa salire la temperatura tra Roma e Bruxelles, ma anche tra l'Italia e la Francia. Frattini definisce «assolutamente inerte» la Ue e accusa Parigi di «grave mancanza di solidarietà» nel respingere in Italia i tunisini che varcano il confine di Ventimiglia. Frattini a Mattino Cinque, ha sottolineato come sia «clamorosa» l'assenza di solidarietà da parte di tutti i paesi europei compresi quelli verso i quali molti tunisini vorrebbero andare. Il ministro è tornato a sottolineare la mancanza di solidarietà dimostrata «a cominciare dalla Francia».



Proteste in Toscana. Quattro donne, tra cui l'assessore alla politiche sociali del comune di Pisa, Maria Paola Ciccone, una incinta e una invalida, si sono incatenate questa mattina davanti ai trattori che bloccano la strada di accesso all'ex centro radar statunitense di Coltano dove il governo ha deciso di allestire una tendopoli che ospiterà circa 500 migranti. Ieri era stato raggiunto un accordo tra il governo e regioni ed enti locali per l'allestimento di Cie su tutto il territorio nazionale. Critici diversi amministratori, a partire da Vendola.





Giallo su barcone affondato: 11 morti

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