LA LETTERA AL PAPA
Gli atti dicono anche che Occhionero era preoccupato per il destino economico soprattutto della sorella Francesca Maria, in carcere per gli stessi reati ma che al gip dice di non sapere molto degli affari del fratello. Per darle una mano lui e la madre sarebbero riusciti a far arrivare una lettera di raccomandazioni persino a Papa Francesco. «Ma quella della lettera al Papa? E' sparita? Bisogna cercare di sistemare anche Francesca, ti ricordi che lei c'ha addirittura messo fretta? Sono passati sei mesi», dice Occhionero al telefono ad agosto scorso. E la madre, la sociologa Marisa Ferrari, riferendosi ad una collega: «Giulio io sono andata a trovarla le ho portato pure il regalo, con la speranza, ho detto senti un po' e lei sì sì è stata consegnata. Comunque è importante pure quello....Se l'ha letta il Papa perlomeno sa chi...».
GLI ELENCHI MASSONICI
Anche le notizie sulla massoneria sono tra i pensieri costanti di Giulio Occhionero, che sembra essere preoccupato dal fatto che presto possano essere pubblicate altre liste dei membri. E' lui a dire alla sorella, sempre ad agosto, che «la Bindi pubblicherà gli elenchi della loggia sui giornali poiché la commissione parlamentare ha chiesto l'acquisizione degli elenchi a seguito della storia della Calabria e la Bindi secondo lui sembrerebbe intenzionata a passarli ai giornali».
IL CONSOLE ARGENTINO
L'elenco dei profili che sarebbero stati intercettati è lungo. Quello completo mostra una particolare attenzione per la Farnesina. Tra i funzionari che avrebbero ricevuto il malware di Occhionero, capace di leggere ogni atto all'interno del pc, anche quello dell'ambasciatore ed ex ministro, Giulio Terzi. Con il console italiano in Argentina Marco Matacotta Cordella, sembra scambiare delle mail private (tanto che quest'ultimo scrive da gmail) oltre a spiarlo.
L'AFFARE DA 300 MILIONI
L'inchiesta del pm Eugenio Albamonte intanto prosegue e molto, sull'effettivo giro d'affari di Occhionero, diranno gli accertamenti patrimoniali. E' certo che l'ingegnere appassionato di spionaggio informatico a volte sembra giocare grosso: «Se trattano per una cosa grossa uno va lì alla stessa dove sta lui e dice io c'ho sta carta, allora ve diamo la concessione dell'area di porto per 30 anni - dice alla sorella - Non è che stiamo a parla' dell'ultimo buffone... da quelli di Parmalt se so fatti da 300 milioni solo per non fargli causa...». Lunedì, gli avvocati dei due indagati, Roberto Bottacchiari e Stefano Perretta presenteranno istanza al Riesame per chiedere la scarcerazione.