Isis, blitz a Cosenza, arrestato un foreign fighter: era pronto a combattere

Isis, blitz a Cosenza, arrestato un foreign fighter: era pronto a combattere
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Lunedì 25 Gennaio 2016, 07:36 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 14:59

Blitz antiterrorismo della Polizia in Italia: gli uomini della Digos stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un foreign fighter marocchino. L'operazione è coordinata dal Servizio centrale Antiterrorismo. In manette, secondo quanto si apprende, è finito un giovane di 25 anni residente a Luzzi, in provincia di Cosenza: gli uomini della Polizia lo hanno bloccato all'alba. Il marocchino è indagato per i reati previsti dalla nuova legge antiterrorismo in vigore da aprile 2015 ed in particolare gli viene contestato l'articolo 270 quinques del codice penale. Hamil Mehdi, questo il nome del fermato, era pronto a raggiungere gli scenari di guerra.  Mehdi ra arrivato in Turchia lo scorso 10 luglio, dove è stato fermato dalle autorità per un controllo. Al termine degli accertamenti, le autorità turche, d'intesa con gli uomini dell'Antiterrorismo italiano, lo hanno respinto per motivi di «sicurezza pubblica» e lo hanno fatto rientrare in Italia.

L'arrestato è un commerciante ambulante. Il giovane, giunto in Italia nel 2006, è residente a Luzzi, nel Cosentino, con permesso di soggiorno. Gli agenti della Digos di Cosenza e del Servizio centrale Antiterrorismo lo hanno monitorato costantemente dal luglio scorso dopo che era stato respinto in Turchia per motivi di sicurezza ed era rientrato in Italia. Il marocchino aveva un «accanito interesse per immagini, filmati e altri contenuti propagandistici riferiti all'organizzazione terroristica dello Stato Islamico - spiega ancora l'indagine della Digos - linkati quotidianamente tramite diversi siti telematici d'area». I contenuti dei filmati rimandano a forme di addestramento e combattimento tra soggetti incappucciati, tutti contrassegnati dall'inconfondibile marchio dell'Isis. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno anche riscontrato che Hamil Mehdi aveva un estremo rigore nel seguire i dettami del Corano.

L'arrestato respinge ogni accusa. «Sono andato in Turchia solamente per pregare». È quanto ha detto il marocchino Hamil Mehdi ai poliziotti di Cosenza al momento dell'arresto eseguito stamane per il reato di auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Mehdi era stato respinto nel luglio scorso dalla Turchia. «Mi avevano già contestato - ha aggiunto - di appartenere all'Isis ma io ho sempre negato. Ed anche ora ribadisco che non appartengo all'Isis. Sono andato in Turchia solamente per pregare». Hamil Mehdi ha quattro fratelli. Il venticinquenne è giunto a Luzzi con i suoi fratelli, tutti più piccoli, e con i genitori. Sin da subito i componenti della famiglia sono stati seguiti dai servizi sociali del Comune. Tutti sono in possesso del permesso di soggiorno illimitato e, secondo quanto raccontano nel paese del cosentino, sono perfettamente integrati. Negli anni scorsi Hamil Mehdi e il padre hanno ottenuto la licenza dal Comune di Luzzi per svolgere l'attività di commerciante ambulante. I fratelli del venticinquenne, invece, frequentano regolarmente la scuola. Uno di questi si dedica al calcio.

Il personaggio. Hamil Mehdi, in una indagine contro il terrorismo internazionale, aveva una «naturale propensione a sposare la causa dell'Isis». È quanto emerso dalle indagini della Digos di Cosenza. Il venticinquenne utilizzava piattaforme di comunicazione diverse da quelle abituali. Il giovane, inoltre, durante la navigazione in internet, utilizzava numerosi accorgimenti per non ricevere virus allo scopo di non essere intercettato e come operare al fine di disattivarli. Hamil Mehdi voleva andare in Belgio lo scorso mese di settembre ma è stato costretto a desistere dal suo intento per questioni familiari. Dalle indagini sono emerse tra l'altro triangolazioni del marocchino con altri soggetti arrestati per terrorismo tra cui El Khazzani, coinvolto nell'attentato sventato del treno Amsterdam-Parigi dello scorso agosto. Secondo quanto riferito da investigatori e inquirenti scaricava contenuti terroristici e immagini della jiad con una frequenza tale da non fare ritenere che si trattasse di una semplice simpatia ma ha portato al fondato sospetto che si potesse concretizzare un'attività terroristica come combattente all'estero. Lo dimostrerebbe il fatto che lo scorso luglio il marocchino era partito verso la Turchia con un solo biglietto di andata, un unico bagaglio a mano con un pantalone militare, pochi altri indumenti, libri di preghiere e una pubblicazione dei fratelli musulmani, senza avere avvertito la famiglia che abita a Luzzi, nel cosentino. È stato accertato che la famiglia fosse all'oscuro della sua attività, tanto che lo attendevano a cena ignari della sua partenza verso la Turchia. Secondo le autorità turche, che lo hanno respinto per motivi di sicurezza pubblica, il 25enne avrebbe voluto raggiungere la Siria. Nel corso della perquisizione eseguita questa mattina sono stati sequestrati cellulari, un computer e manoscritti in arabo che dovranno essere tradotti e analizzati.

I filmati
Il 25enne scaricava da internet contenuti di propaganda dell'Isis quasi tutti i giorni. Gli investigatori della Digos e dell'Antiterrorismo hanno monitorato i suoi accessi alla rete osservando la sua propensione per i video che ritraggono sia tecniche di combattimento (con lo sfondo della bandiera nera dell'Is) sia la preparazione e l'uso di materiali esplosivi. In un video, in particolare, un combattente collega i fili di un ordigno e spiega «sto legando le chiavi del paradiso con le mie mani», poi si vede un'esplosione. Secondo gli inquirenti e gli investigatori, la posizione di Hamil Mehdi sarebbe un caso isolato ma ugualmente preoccupante anche perché, come scrive il gip Giuseppe Perri nell'ordinanza di custodia cautelare, gli jihaidisti «riconoscono un ruolo centrale al proselitismo e all'uso di internet quale mezzo di diffusione globale dell'informazione e, più nello specifico, di divulgazione della guerra agli infedeli».

Tra i contatti di Hamil Mehdi con altri soggetti vicini al terrorismo, sono stati scoperti quelli con un numero a sua volta in contatto con Anas El Abboubi, coinvolto nell'operazione «Screen shot» della Digos di Brescia perché ritenuto capo fondatore della filiale italiana di «Sharia 4», movimento ultraradicale islamico messo al bando in diversi paesi europeo sorto in Belgio nel 2010 e ispirato al predicatore filo-jihaidista Omar Bakri, e il contatto con un'altra utenza belga risultata in contatto con l'attentatore Ayoub El Khazzani, arrestato sul treno Amesterdam-Parigi lo scorso agosto. Per le sue posizioni radicali, Hamil Mehdi veniva descritto dalla madre come un ragazzo con poca voglia di lavorare e con problemi a relazionarsi con il mondo occidentale, soprattutto con le donne e in special modo se indossano abiti succinti.


Il ministro Alfano. Sul terrorismo «abbiamo fatto un lavoro di prevenzione che fino ad ora ha funzionato. Non c'è una minaccia specifica e concreta per l'Italia», così il ministro dell'Interno Angelino Alfano al termine della riunione Ue ad Amsterdam.

Il questore di Cosenza. «La Digos di Cosenza ed il Servizio centrale Antiterrorismo erano sulle tracce del marocchino arrestato sin da luglio, cioè dopo la sua espulsione dalla Turchia», ha spiegato il questore di Cosenza, Luigi Liguori. E ha aggiunto:   «C'è stata una attività investigativa molto serrata ed a tutto campo, senza tralasciare nessun particolare. E proprio durante le indagini sono emersi una serie di elementi che poi hanno indotto la Dda a chiedere l'ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita stamane».


Il coordinatore della Dda di Catanzaro. «L'arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l'auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero». Lo ha detto il Coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, circa l'arresto del marocchino. «Lo abbiamo monitorato costantemente - ha aggiunto - dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia». Al momento dell'arresto, all'uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo.

Il ministro Alfano. «Le nuove norme antiterrorismo sono efficaci e di questo sono molto orgoglioso perchè premiano il lavoro delle Forze dell'Ordine e offrono nuovi strumenti normativi ai magistrati, adeguati alle strategie che siamo chiamati a fronteggiare».

Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo l'arresto di un presunto 'foreign fighter' in Calabria. «Il marocchino arrestato - ha aggiunto il ministro - è stato sottoposto subito, nel nostro Paese, ad attenti controlli in base ai quali è emersa la sua compulsiva attività di ricerca, tramite internet, di documenti e di video di propaganda dello Stato Islamico, con una particolare attenzione ai passaggi di esaltazione degli attentatori suicidi, alle istruzioni per l'uso delle armi, esplosivi, e alle tecniche di combattimento e difesa personale». «È un caso importante - ha proseguito - che rileva come internet sia utilizzata da Isis per reclutare manovalanza di morte e avviare processi di autoradicalizzazione e quanto sia importante e strategico rafforzare la collaborazione con i rappresentanti più autorevoli del mondo del web. Altre indagini hanno rilevato come il marocchino si fosse gradualmente isolato anche rispetto ai propri connazionali, per seguire una pratica rigidissima dei dettami coranici. In casi del genere, infatti, il quasi livellamento delle relazioni sociali può essere indice di un orientamento che porta alla radicalizzazione». «Ecco perchè - ha concluso Alfano - diventa necessaria la collaborazione anche con le comunità islamiche: non basta più dichiararsi contro il terrorismo, ma adesso bisogna collaborare perchè ogni focolaio estremista sia individuato e disinnescato».

Il sindaco di Luzzi. «È stata una sorpresa». Così il sindaco di Luzzi, Manfredo Tedesco, commenta all'Adnkronos l'arresto del marocchino Hamil Mehdi. La notizia mi sorprende e la affronto con cautela, non conoscendone ancora i risvolti. Chiederò alla questura o alla prefettura il preciso capo d'imputazione e notizie più dettagliate», prosegue il sindaco. Hamil Mehdi abitava nel centro storico del comune cosentino, poi da circa cinque anni si è trasferito in una zona a valle. «A Luzzi c'è una buona presenza di famiglie marocchine, molte di esse hanno avuto il contributo per mensa e trasporto scolastico e oggi stesso chiederò agli uffici comunali se pure la famiglia di questo ragazzo ha beneficiato di queste misure. Noi siamo intervenuti per garantire la migliore integrazione di queste famiglie sul territorio, aiutandole come detto a fare frequentare la scuola ai figli. Finora non abbiamo mai avuto problemi».

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