Migranti, pressing italiano: sbarchi anche a Malta e militari in Niger

Migranti, pressing italiano: sbarchi anche a Malta e militari in Niger
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Domenica 2 Luglio 2017, 09:15
IL NEGOZIATO
ROMA Una missione Ue ai confini tra Libia e Niger, per frenare le partenze, e l'apertura del porto di Malta, ma non solo, alle navi che soccorrono i migranti. Il preaccordo con Germania e Francia, che il ministro dell'Interno Marco Minniti spera di incassare oggi a Parigi, con l'appoggio del commissario all'Immigrazione Drimitris Avramopoulos, potrebbe partire proprio dall'intesa Italo-tedesca, espressa dal titolare del Viminale e dal suo omologo, lo scorso maggio, quando insieme sottoscrissero una lettera indirizzata alla Commissione chiedendo maggiore impegno in Libia. L'obiettivo dell'Italia includerebbe anche una revisione degli accordi sulle relocation, finora sono risultati troppo limitati.
I PUNTI
La proposta di una missione europea al confine tra Niger e Libia era stata avanzata da Italia e Germania lo scorso 11 maggio, quando Minniti e l'omologo tedesco, Thomas De Maizière, avevano scritto alla commissione: «I primi mesi di questo anno mostrano che le misure finora adottate non bastano», chiedendo proprio un impegno europeo al confine meridionale della Libia. Oggi il protocollo di Italia, Germania e Francia potrebbe partire proprio da quella proposta e sarebbe il primo concreto tentativo di contrastare gli ingressi illegali in Europa. Uomini e soldi impiegati su quella frontiera che i migranti, provenienti da altri paesi subsahariani, attraversano per arrivare sulla costa e imbarcarsi verso l'Italia. Sul tavolo dei tre grandi c'è anche la questione degli sbarchi e la minaccia italiana di chiudere i porti. Una misura che difficilmente sarà attuata ma che potrebbe portare invece al coinvolgimento di altri Paesi, a cominciare da Malta, negli sbarchi. Nell'isola, più vicina alle acque libiche dell'Italia, potrebbe avvenire un primo screening tra chi ha diritto alla protezione internazinale e chi no. La distinzione sulla quale fa leva Minniti è quella tra soccorso in mare e accoglienza. Se le norme impongono di soccorrere chi è in pericolo di vita, portandolo nel porto sicuro più vicino, anche Malta potrebbe essere coinvolta. Ma si lavora anche sulla necessità che alle ong venga imposto di adottare un codice di condotta e una serie di prescrizioni, una misura per ridurre gli interventi nelle acque internazionali. L'ultimo punto dell'intesa riguarderebbe la revisione degli accordi sulle relocation, ampliando le nazionalità dei richiedenti asilo da ridistribuire sul territorio Ue (attualmente sono soltanto libici ed eritrei) e un aumento delle percentuali destinate all'Italia, tanto più che, dopo l'accordo con la Turchia, i flussi della rotta balcanica si sono notevolmente ridotti.
GLI APPUNTAMENTI
La settimana prossima potrebbe essere decisiva. L'appuntamento più importante per l'Italia però è proprio il vertice di oggi. Perché se mercoledì, al dibattito in plenaria al Parlamento, con i presidenti di Commissione e Consiglio, e giovedì e venerdì, all'incontro informale con i ministri degli affari Interni, l'Italia si presentasse con una proposta condivisa da Germania e Francia, l'esito della partita potrebbe essere completamente differente. Le dichiarazioni arrivate venerdì dall'Estonia non sono state incoraggianti: «Non daremo nessuna risposta, ma ascolteremo l'Italia» per vedere «come affrontare la questione della protezione delle frontiere, dei porti e le relazioni con la Libia». Sarà diverso se, però, istanze, sostenute dal commissario Avramopoulos, saranno di Italia, Germania e Francia.
Val. Err.
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