E' quindi sempre di più necessario costruire un'alleanza con i grandi provider internazionali, perché va governato un sistema di diritti e garanzie sapendo che tutto ciò comporta un intreccio tra la vicenda nazionale e quella sovranazionale. A cominciare dalla Stato islamico che rappresenta la prima realtà terroristica a fare del web una tra le sue armi principali. Basti pensare - ha ribadito - che è fondamentale nel processo di radicalizzazione e di conversione al fanatismo islamico, più dell'80 per cento di queste avvengono sul web che viene utilizzato anche per il reclutamento ed è in grado di trasmettere il senso dominante e la forza di una organizzazione». Ogni gesto, poi, si rinnova migliaia di volte attraverso i social o i blog, e rappresenta un forte rischio per l'emulazione.
Alla minaccia si aggiunge il danno economico. E così, dati alla mano, emerge che «il costo globale degli attacchi hacker è di 445 miliardi di dollari all'anno». E che, da qui al 2020, potrebbe raggiungere fino a tremila miliardi. Il rettore della Luiss, Paola Severino, spiega che proprio per questo investire sulla cybersicurezza vuol dire governare il mondo. Perché è fondamentale «formare esperti di sicurezza online, oggi tanto richiesti sul mercato del lavoro».
LE VIOLAZIONI
L'attacco degli hacker verso aziende, banche, istituzioni, è di una media di 130 violazioni per ogni impresa ogni anno, con oltre 2 miliardi di mail violate. Se ne è parlato a lungo ieri nella sede di Villa Blanc della Luiss dove si sono ritrovati super esperti, 007, addetti ai lavori, con in testa Minniti. Tanto che proprio dal responsabile del Viminale è arrivato l'impegno a portare la questione al prossimo G7 dei ministri dell'Interno che si terrà il 19 e 20 ottobre a Ischia. Perché - ha aggiunto - «pensare di reagire tutelando da soli un mero interesse nazionale è una partita persa. Serve anche un'alleanza strategica con il mondo accademico e industriale per una tripolarità fra Stato, università e imprese, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni».
GLI INVESTIMENTI
I nuovi professionisti formati dall'ateneo, in partnership con Elettronica spa, dovranno, dunque, essere capaci di gestire le frodi e gli attacchi via web. «Un tema importantissimo sotto il profilo economico - ha chiarito il rettore - Tutto il mondo sta facendo enormi investimenti, a cominciare dalla Cina. La tecnologia genererà molti posti di lavoro. La sicurezza informatica, oggi, richiede un approccio integrato che unisca competenze tecniche e digitali con competenze legali, economiche, manageriali e politiche. Ci aiuterà anche fare sistema tra università, e non farci scioccamente concorrenza».
Protezione e utilizzo delle informazioni, dunque, a tutela della privacy e della sicurezza. «E infatti, basti pensare - è intervenuto nel dibattito anche Enzo Benigni, presidente di Elettronica Spa - che solo nel 2015 le informazioni caricate in Internet hanno superato come dimensione la quantità di conoscenza trasmessa dall'inizio dell'umanità fino al 2014. E che dietro a un pc molto spesso ci sono ragazzi tra i 15 e i 20 anni. In questa nuova dimensione emergono nuovi confini culturali: la giurisdizione dei dati, il diritto commerciale e le transazioni di valuta digitale. Servono quindi nuove competenze. La ricetta passa attraverso il potenziamento della multiculturalità e la maggior fruibilità delle nostre lauree tali da avere benefici immediati sull'economia e un impatto sull'occupazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA