Firenze, «I bambini? Che muoiano, non mi importa nulla»: l'intercettazione choc nell'inchiesta sul traffico di rifiuti

"I bambini? Che muoiano, non mi importa nulla": l'intercettazione choc nell'inchiesta sul traffico di rifiuti
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Giovedì 14 Dicembre 2017, 17:02 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 18:47
«Ci mancavano anche i bambini che vanno all'ospedale, che muoiano». Così uno degli indagati nell'inchiesta della Dda di Firenze per traffico illecito di rifiuti, che oggi ha portato all'arresto di sei persone, parlando dei rischi di stoccare abusivamente rifiuti pericolosi in una discarica situata vicino a una scuola. «Non mi importa nulla dei bambini che si sentono male - prosegue l'uomo senza sapere di essere intercettato -, io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti». Un altro degli indagati si lamenta di alcuni rifiuti tossici che sono stati portati in discarica, sempre senza essere trattati, ma poi li accetta: «Mi ci hanno messo tre o quattro big bag tipo toner - dice - me lo devono dire quando fanno queste cose, bisogna parlarne».

INTERI TIR SENZA CONTROLLO VERSO DISCARICHE Una parte consistente degli scarti tossici pericolosi al centro dell'inchiesta della Dda di Firenze che ha portato a sei arresti, almeno tre tir ogni settimana, arrivava nelle discariche del Livornese da una ditta di Prato, la Fbn srl, specializzata nel trattamento dei rifiuti. In alcuni casi, come testimoniato da alcune telecamere nascoste piazzate dagli investigatori, gli indagati si limitavano a far transitare i tir carichi di rifiutispeciali pericolosi nei cortili delle ditte specializzate nello smaltimento, da dove uscivano subito dopo senza che fosse stato eseguito alcun trattamento. I rifiuti, entrati come pericolosi, ne uscivano declassificati a ordinari e poi venivano stoccati nelle discariche.

Agli arresti domiciliari sono finiti Emiliano Lonzi, gestore di fatto della Lonzi metalli srl e della Rari srl; Stefano Fulceri, responsabile del piazzale rifiuti della Lonzi Metalli; Marco Palandri, collaboratore e gestore della Rari; Anna Mancini, dipendente e funzionaria amministrativa della Rari; Stefano Lena, responsabile del piazzale Rari srl, e Alessandro Bertini, collaboratore della Fbn srl di Prato.
Per il procuratore capo di Livorno Ettore Squillace Greco, che ha coordinato le fasi iniziali delle indagini quando ricopriva l'incarico di sostituto procuratore della Dda di Firenze, il modus operandi dell'organizzazione criminale è paragonabile a quello usato dalla Camorra nella Terra dei Fuochi: «Siamo di fronte a un gruppo che commetteva il maggior numero di reati in questa materia - ha affermato -. Si tratta di episodi che non hanno nulla a che fare con la Camorra, ma un certo modo di gestire e trattare i rifiuti è significativo». 
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