«Non volevo ucciderla. Purtroppo credo di averla abbracciata troppo forte senza rendermene conto». Sarebbero queste le parole di Sergio Bertini, riferite dal suo legale Tommaso Galletti, il 47enne tecnico informatico grossetano che il 13 ottobre scorso ha strangolato la sua compagna, Irina Meyntser, lasciando poi cadere il cadavere della donna in un dirupo a Punta Cana nella Panoramica di Porto Ercole. L'uomo è crollato e ha confessato durante l'interrogatorio di garanzia che è durato quattro ore stamani nel carcere di via Saffi a Grosseto. «È completamente distrutto e sinceramente dispiaciuto - ha detto l'avvocato - per quello che ha fatto». Bertini avrebbe anche risposto alle domande sul perchè della decisione di far sparire il cadavere, gettandolo nel dirupo e, soprattutto del tentativo di depistaggio, dando lui stesso l'allarme fino a rivolgersi a «Chi l'ha visto?». L'ho fatto, avrebbe risposto l'uomo, «perchè non volevo ferire le persone che sono vicine a lei e a me».
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