La politica aziendale, inoltre, sempre secondo l'accusa, «andava in senso diametralmente opposto alle norme comunitarie e nazionali». L'allevamento era stato messo sotto sequestro nell'estate del 2012 pochi mesi dopo il blitz degli animalisti che avevano liberato molti cuccioli. È in corso il processo parallelo ad altri veterinari e dipendenti implicati nel maltrattamento e uccisione dei beagle. È stata così confermata la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Brescia il 23 febbraio 2016.
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