Green Hill, Cassazione conferma: cuccioli uccisi senza motivo. Condannati i vertici dell'allevamento

Uno dei cuccioli di beagle "liberati"
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Martedì 3 Ottobre 2017, 21:37 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 18:19
La Cassazione ha confermato le condanne per i vertici di Green Hill, l'allevamento di cani beagle chiuso a Montichiari, nel bresciano, nell'estate del 2012. Sono stati confermati un anno e sei mesi per Ghislane Rondot, co-gestore della struttura, il veterinario, anche lui un anno e sei mesi, e un anno per il direttore dell'allevamento. Secondo le accuse nell'allevamento si praticava «l'eutanasia in modo disinvolto, preferendo sopprimere i cani piuttosto che curarli»​.

La politica aziendale, inoltre, sempre secondo l'accusa, «andava in senso diametralmente opposto alle norme comunitarie e nazionali». L'allevamento era stato messo sotto sequestro nell'estate del 2012 pochi mesi dopo il blitz degli animalisti che avevano liberato molti cuccioli. È in corso il processo parallelo ad altri veterinari e dipendenti implicati nel maltrattamento e uccisione dei beagle. È stata così confermata la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Brescia il 23 febbraio 2016.
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