Grandi Opere, 21 arresti per Tav Milano-Genova e A3. In carcere anche figlio di Monorchio. Indagato Lunardi jr

Grandi Opere, 21 arresti per Tav Milano-Genova e A3. In carcere anche figlio di Monorchio. Indagato Lunardi jr
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 23:43

I carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Gli investigatori ipotizzano un'associazione per delinquere che ha compiuto condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova; sesto Macrolotto dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa. 

I figli di Monorchio e Lunardi. Tra gli arrestati c'è anche Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell'ex ragioniere generale dello Stato Andrea. Giuseppe Lunardi, invece, figlio dell'ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, risulta indagato a piede libero.

Appalti su alta velocità e autostrade. L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma, è denominata «Amalgama» e ha fatto scattare arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. L'indagine avrebbe ricostruito condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dalla persona che, fino al 2015, è stato il direttore dei lavori nell'ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra le quali anche alcuni funzionari del consorzio Cociv. Gli investigatori ipotizzano un'associazione a delinquere finalizzata a compiere condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nell'ambito dei lavori per la realizzazione della tratta Tav «A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi» (Alta Velocità Milano-Genova); sesto Macrolotto dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa.

L'indagine dei carabinieri. L'ex direttore dei lavori coinvolto nell'indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma, nell'ambito delle tre grandi opere, avrebbe «messo a disposizione la sua funzione pubblica per favorire alcune imprese impegnate a eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso e a un imprenditore calabrese». È quanto ipotizzano gli investigatori. Inoltre, sarebbe stata accertata l'esistenza di rapporti corruttivi tra il direttore dei lavori con i vertici dei General Contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche.

Il sodalizio capeggiato dal direttore dei lavori coinvolto nell'indagine dei carabinieri del comando provinciale di Roma sulle grandi opere, e dal suo socio imprenditore calabrese sarebbe riuscito a ottenere dalle ditte esecutrici dei lavori contratti, tra consulenze, commesse e forniture, per oltre 5 milioni di euro a favore delle aziende a loro riconducibili. È quanto accertato dagli investigatori. Sarebbero frutto di operazioni corruttive, con la complicità di funzionari e dirigenti del General Contractor Cociv.

Il Gip. Per convincere gli imprenditori ad acquistare i materiali inerti dalle proprie società, Domenico Gallo, imprenditore ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta genovese sulle grandi opere, avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa. Il gip Cinzia Perroni nella sua ordinanza scrive che sono state riscontrate circostanze che «destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata». Avrebbe partecipato alla cresima della figlia di Domenico Borrello, affiliato alla 'ndrina Barbaru U Castanu di Platì. Dalle indagini «è emerso - scrive ancora il gip - un sistema alquanto spregiudicato e disinvolto adottato dai dirigenti del Cociv nell'affidamento dei lavori pubblici relativi all'imponente opera di interesse nazionale». Un imprenditore, Giuseppe Balbo confida ad alcuni dirigenti Cociv dei danneggiamenti subiti da alcuni mezzi della società Allara e dei pedinamenti fatti ai camion della stessa società da parte di mezzi riconducibili a Domenico Gallo. Il gip cita un'altra intercettazione tra l'ingegnere De Michelis e sua moglie in cui i due confermano come «si dividono tutto... ognuno ha pigliato la parte sua».

«Cemento che sembra colla». In un'intercettazione telefonica un indagato parla di «cemento che sembra colla», riferendosi a lavori eseguiti con materiali scadenti. In un'altra intercettazione di cui è possibile alscolatre l'audio, si sottolinea che è «fondamentale raggiungere l'amalgama» che consente di «stare tutti a coltivare l'orticello».

L'organizzazione capeggiata dall'ex direttore dei lavori, Giampiero De Michelis, e dal suo socio imprenditore calabrese, Domenico Gallo, arrestati nell'operazione Amalgama dei carabinieri del comando provinciale di Roma, è riuscita a ottenere dalle ditte esecutrici dei lavori contratti, commesse, consulenze e forniture, per un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro a favore delle aziende a loro riconducibili, come frutto delle operazioni corruttive, con la complicità dei funzionari e dirigenti del General Contractor Cociv.

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