Giubileo, occasione mancata: è flop per cantieri e turismo

Giubileo, occasione mancata: è flop per cantieri e turismo
di Simone Canettieri
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Giovedì 3 Novembre 2016, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 10:24

Più che quello dello spirito, ha funzionato il richiamo del cuore. Nell'anno del Giubileo straordinario della Misericordia il vero evento di punta per la Capitale è stato il congresso mondiale della cardiologia che lo scorso fine agosto per tre giorni ha catapultato a Roma oltre 35mila specialisti da tutti gli angoli della terra. Hotel esauriti, taxi introvabili, ristoratori felici, 1 milione di euro di tassa di soggiorno incassato dal Comune. Insomma, in piccolo (si fa per dire) quello che sarebbero dovuti essere - e non sono stati - quasi un anno di eventi giubilari. Minimal e imponenti (dalle spoglie di Padre Pio alla canonizzazione di Madre Teresa).

A venti giorni dalla muratura della Porta Santa, aperta lo scorso 8 dicembre da Papa Francesco, la Capitale si trova a fare i conti con una serie di occasioni perse. Più ombre che luci. Aspettative deluse, affogate nei fiumi di proclami del giorno prima. «Dalle folle oceaniche di pellegrini nell'ordine di 25 milioni», previste dall'allora sindaco Ignazio Marino appena disse incautamente «Roma è pronta», fino a una serie di benedetti lavori rimasti solo sulla carta.

GLI INTERVENTI
Alla fine del percorso sono andati in porto un terzo degli interventi presentati. Ha funzionato la sicurezza, questo sì, nel «primo Giubileo ai tempi dell'Isis», per dirla con l'ex prefetto ora capo della Polizia, Franco Gabrielli. Grazie a duemila tra militari e agenti in più (provenienti dall'Expo) dispiegati in giro per la città e per via soprattutto del vero lascito, invisibile quanto prezioso: la segreteria tecnica del Giubileo. Che cosa è? Una regia coordinata dalla Prefettura che, per la prima volta, ha messo a sistema tutte le forze dell'ordine e gli attori amministrativi. Con tanto di base operativa blindate e iper tecnologica - la sala Roma nel quartiere Garbatella - dove 1.800 telecamere hanno vigilato sui flussi di pellegrini e dei romani nei giorni dei grandi eventi e coordinato gli interventi con un'unica frequenza radio. Il resto, che non è poco, è una serie di «si poteva fare meglio». Molto meglio.

Un po' per la paura attentati, un po' per via dell'annuncio lampo del Vaticano (a marzo del 2015, solo sette mesi prima) e la «forma diffusa» scelta da Francesco alla fine questa invasione di pellegrini pronti ad arrivare a Roma per ottenere l'indulgenza non c'è stata. Nonostante appunto gli annunci roboanti, con tanto di magnifiche proiezioni economiche che pur in assenza di grandi opere avrebbero dovuto risollevare (non si capisce come) la Capitale. E invece? «Il bilancio si chiude a zero. È come se il Giubileo per gli albergatori non ci fosse mai stato».

A parlare è Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi. Che laicamente aggiunge: «Io credo che nessuno a Roma si sia reso conto che ci fosse il Giubileo». Gli albergatori dunque incrociano le dita per chiudere il 2016 con le stesse presenze dell'anno scorso intorno ai 14 milioni di arrivi. I numeri forniti e aggiornati (al 24 ottobre) dal sito creato ad hoc dal Vaticano parlano «di 19 milioni di partecipanti». Dentro ci sta tutto: dai romani ai fedeli provenienti dal resto del Lazio fino ai pellegrini mordi e fuggi. Ecco spiegate dunque le preoccupazioni degli albergatori.

I LAVORI
Hotel vuoti, cantieri al palo. Intorno al Giubileo ha danzato per mesi la crisi politica del Campidoglio. Prima la battaglia per i fondi da chiedere al Governo, poi con Marino regnante ma sempre più claudicante l'idea di affiancargli una cabina di regia per «gestire le migliorie», seppur low cost, di cui avrebbe usufruito la Capitale. Alla fine dopo la caduta di Marino si pensò all'arrivo di un «dream team» di commissari, da affiancare a Francesco Tronca, per gestire al meglio i peccati della città: trasporti, rifiuti, accoglienza. Niente di tutto questo. Il Comune, tra mille difficoltà, ha usufruito di 148 milioni di euro in due tranche (le richieste sfondavano il muro dei 400). Non solo: di 146 progetti presentati ne sono andati in porto solo 42.

Gli autobus e le metro A e B sono quelle che sono, i rifiuti meglio non parlarne. E adesso, beffa finale, c'è il rischio che si perdano per strada gli ultimi 25 milioni di euro. Che devono essere messi a gara, per progetti di manutenzione ordinaria, entro la fine dell'Anno Santo, quindi mancano 17 giorni. Altrimenti, se ne ritorneranno in un amen allo Stato. Intanto, tra le opere più rilevanti saltate ci sono il rifacimento di diversi tratti urbani di via Aurelia, piazza Vittorio, il rifacimento completo di piazza Venezia e largo Aracoeli e poi una serie infinita di parchi e percorsi, ma anche di lungoteveri portati a termine solo a metà.

L'ESEMPIO DELLA SANITA'
Discorso diverso per la Regione.

L'ente di Nicola Zingaretti ha sfruttato l'occasione per rifare undici Pronto soccorsi (già inaugurati) spendendo tutti i 35 milioni messi a disposizione dal Governo per l'evento. Un esempio di pragmatismo, che altrove non è stato seguito. Basti pensare appunto a quanto abbia dovuto patire l'Anac, l'Autorità Anticorruzione, per gestire con gli uffici capitolini le pratiche dei lavori, molti dei quali, si diceva, mai partiti per ostruzionismo. Questi i numeri, al netto dei benefici dello spirito, confidando a questo punto nel 2025, quando ci sarà il Giubileo ordinario.

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