Il nome più simile a quello dell'iscrizione è Zechariah (Zaccaria), figlio di Benaiah, padre del profeta Jahaziel. Il nome Zechariah figlio di Benaiah appare nel libro biblico delle 2 Cronache 20:14 dove si dice che Jahaziel, figlio di Zechariah, figlio di Benaiah, un levita dei figli di Asaf, profetizzava davanti al re biblico Giosafat prima che la nazione entrasse in guerra con gli antichi regni di Ammon e Moab.
Gli archeologi della Israel Antiquity Authority, Joe Uziel e Nahshon Zanton, che hanno trovato la ciotola mentre scavavano tra le rovine collegate al periodo della distruzione del Primo Tempio, spiegano che le lettere inscritte sul frammento risalgono probabilmente ai secoli VIII-VII a.C., il che situerebbe la produzione della ciotola in un periodo tra il regno di Hezekiah (Ezechia) e la distruzione di Gerusalemme sotto il re Zedekiah (Zedechia).
Gli archeologi spiegano inoltre che l'iscrizione era stata incisa sulla ciotola prima della cottura, il che indica che l'iscrizione adornava il bordo della ciotola per intero, e che non è stata scritta su un frammento dopo la rottura della ciotola. Benchè lo scopo dell'iscrizione sulla ciotola non sia chiaro, gli archeologi hanno ipotizzato che la ciotola possa aver contenuto un'offerta probabilmente fatta dall'individuo il cui nome è inciso, oppure a lui donata.
La prima lettera dell'iscrizione parzialmente conservata sulla ciotola in antica scrittura ebraica è rotta e quindi difficile da leggere, ma sembra essere la lettera «r». Le successive lettere «yahu» costituiscono il suffisso teoforico (la componente in cui appare il nome della divinità come parte del nome proprio, come Yirme-yahu e Eli-yahu ecc.). Queste lettere sono seguite da «ben- figlio di» dopo di che compare il patronimico composto da tre lettere.
Secondo gli archeologi Uziel e Zanton, «se consideriamo la possibilità che si tratti di una grafia non vocalizzata o difettiva del nome Benaiah, allora quello che abbiamo di fronte è il nome Ryhu ben Benaiah». Molti dei nomi propri menzionati nella Bibbia contengono la componente teoforica, come nel caso di questa iscrizione trovata nella Città di David. Oltre ai riferimenti biblici, altri esempi sono stati trovati negli scavi archeologici, scritti su una varietà di oggetti come sigilli, bullae, vasellame di terracotta e persino incisi nella roccia.
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