Genova, spari al bar: uccisi padre e figlio. L'assassino confessa

Genova, spari al bar: uccisi padre e figlio. L'assassino confessa
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Lunedì 25 Aprile 2016, 22:14 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 16:04
Pochi colpi di pistola in rapida successione e per Adriano e Walter Lamberti, 51 e 27 anni, padre e figlio, genovesi di origine sinti, è stata la fine. Sono morti entrambi: Adriano sul marciapiede davanti a un locale notturno di Genova Pegli, Walter all'ospedale Villa Scassi con l'addome lacerato dai colpi di pistola.

Due ore dopo la squadra mobile ha sottoposto a fermo un uomo per duplice omicidio. Salvatore Maio, 62 anni, calabrese di origine, ma da tempo residente nel ponente di Genova, ha confessato subito dopo di aver ucciso a colpi di pistola i due uomini. L'uomo avrebbe detto alla polizia di aver sparato per un apprezzamento su una ragazza fatto da Walter Lamberti all'interno del bar. La confessione e arrivata nella tarda serata di ieri. Maio è tornato al bar usando l'auto della moglie poi dopo aver sparato è scappato a piedi rifugiandosi nella casa di un parente dove è stato trovato dalla polizia.

Tutto è successo in una manciata di minuti: padre e figlio sono nel locale quando Walter fa un apprezzamento su una ragazza. Ne nasce una lite con un uomo che poi esce dal locale. Padre e figlio restano e quando escono trovano l'uomo con il quale hanno litigato. Volano parole grosse, il padre difende il figlio, l'uomo estrae una pistola e spara. Il primo a cadere è Adriano, che si è messo sulla linea di fuoco per fare da scudo al figlio. Morirà in pochi secondi. Poi tocca a Walter: due-tre colpi all'addome. Poi l'assassino scappa a piedi, lasciando a terra i due.

Sul posto arriva la polizia con le ambulanze. Walter viene portato in codice rosso al Villa Scassi di Genova. Anche lui morirà un'ora dopo la sparatoria. La polizia raccoglie testimonianze, nomi, notizie e poco prima di mezzanotte esegue un fermo. L'uomo - rintracciato a Voltri a casa del figlio - è stato accompagnato in questura per essere interrogato. Poi la confessione. Per lui l'accusa è duplice omicidio aggravato.


Il killer: «Mi sono difeso». «Mi sono difeso perchè mi hanno aggredito in quattro puntandomi una pistola alla tempia». È la versione sul duplice omicidio avvenuto ieri sera sul lungomare di Genova, a Pegli, fornita da Salvatore Maio, l'arrestato. «Dopo la lite per un apprezzamento su due donne che erano con me, siamo usciti in strada, qui sono stato accerchiato e picchiato da quattro persone. Una mi ha puntato una pistola alla tempia, nel divincolarmi l'arma caduta, l'ho raccolta, chiuso gli occhi e sparato. Io aveva difeso le donne», ha detto Mai agli investigatori, secondo quanto riferito dal difensore.

Il delitto sarebbe stato ripreso da alcune telecamere installate in zona.
Il legale conferma che il suo assistito in passato è stato condannato a 16 anni per un omicidio, aggiungendo che anche in quella occasione era stato costretto a difendersi: «Da allora, e stiamo parlando del 1980, Maio non ha più commesso un reato e faceva una vita tranquilla da pensionato». Per le percosse subite, Maio, originario di Rizziconi (Reggio Calabria), si trova in stato di arresto nel reparto di detenzione dell'ospedale San Martino. Il fatto è avvenuto davanti al bar Risveglio. Dopo il duplice omicidio Maio è fuggito a piedi, lasciando l'auto con cui era arrivato a Pegli sul posto. Dalla macchina, intestata alla moglie, i poliziotti lo hanno identificato. Gli investigatori, lo hanno trovato intorno alle 23 nella sua casa di via 2 Dicembre, al Cep, quartiere popolare sulle alture del ponente di Genova. L'uomo una volta in questura, davanti al dirigente della squadra mobile Annino Gargano e il magistrato di turno Patrizia Ciccarese, ha confessato il delitto. La pistola usata, una 7.65 con matricola abrasa, è stata ritrovata sul marciapiede. Adriano Lamberti, colpito con due colpi al ventre, è morto sul colpo. Il figlio Walter è morto al pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena dove i medici lo hanno sottoposto a un disperato intervento chirurgico.
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