Secondo il procuratore Francesco Cozzi l'uomo potrebbe avere agito in preda ad un raptus. Il magistrato ha confermato che sul corpo della ragazzina sono state rilevate numerose contusioni e ferite da taglio: «È ipotizzabile che possano essere state causate da una persona che in quel momento era in preda ad un raptus».
L'uomo era stato sottoposto a interrogatorio in questura dopo che aveva portato la ragazzina all'ospedale con ferite d'arma multiple, una all'addome più profonda e le altre alle braccia. Il padre della ragazzina aveva detto alla polizia che la ragazzina era rimasta ferita mentre lui litigava con un uomo, un maghrebino, a un distributore di benzina in via Teglia, dove però non sarebbero state trovate tracce di sangue. Nelle prime ore dell'interrogatorio di ieri pomeriggio, per costringerlo ad indicare il punto esatto dove a suo dire sarebbe stato aggredito da un nordafricano, i poliziotti della squadra mobile mobile lo hanno invitato a localizzare con precisione il luogo attraverso l'app di street view di Google Map.
La sua versione secondo i primi riscontri della polizia presentava troppe contraddizioni: l'ecuadoriano, per esempio, non è riuscito a spiegare perché la figlia ferita sia stata portata in ospedale qualche ora dopo il ferimento e si è giustificato dicendo che si era accorto una volta a casa che la figlia perdeva sangue.
Molte le incongruenze come la collocazione delle ferite: la ragazzina, alta 1 metro e 50 presentava ferite soprattutto nella parte bassa del corpo, nonostante l'aggressore fosse stato descritto come un uomo alto 1 metro e 80 centimetri.
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