Genova, l'esperto della Procura: «Falsi 20 dei 21 quadri di Modigliani esposti a Palazzo Ducale»

Genova, l'esperto della Procura: «Falsi 20 dei 21 quadri di Modigliani esposti a Palazzo Ducale»
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Martedì 9 Gennaio 2018, 20:18 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 09:34
Sono «grossolanamente falsificati» 20 sui 21 quadri di Modìgliani sequestrati nel luglio 2017 durante la mostra internazionale su Modigliani a Palazzo Ducale su disposizione della procura di Genova che indaga per truffa aggravata, messa in circolazione di false opere d'arte e riciclaggio. Lo ha sostenuto nella consulenza depositata oggi l'esperta Isabella Quattrocchi, nominata dalla procura.

Le tele, secondo Quattrocchi, sono false «nel tratto e nel pigmento». E le cornici provengono dall'est europeo e dagli Usa. Fondazione Palazzo Ducale ha reagito immediatamente alla notizia sottolineando di essere, in questa vicenda, «parte fortemente lesa», concetto ribadito dal legale della Fondazione, avvocato Cesare Manzitti: «La Fondazione Palazzo Ducale è parte offesa fin dall'inizio. Sono stati ipotizzati reati compiuti in danno della Fondazione. Siamo costituiti come parte offesa, seguiremo il procedimento».

Le 21 opere sequestrate sono ancora sotto custodia nel caveau del Nucleo Tutela patrimonio artistico dei Carabinieri. Tre sono gli indagati: il presidente di MondoMostre Skira Massimo Vitta Zelman, il collezionista e mercante d'arte Joseph Guttmann, proprietario di alcune delle opere ritenute false e l'allora curatore della mostra Rudy Chiappini. «Per me non cambia nulla - ha detto Chiappini -. L'attribuzione delle opere a Modigliani non l'ho fatta io, mi sono solo limitato a raccogliere informazioni già esistenti. Bisognerà risalire alla fonte, a chi ha fatto la prima attribuzione. Io resto comunque dell'idea che quei quadri siano buoni».

Adesso «bisognerà leggere la consulenza - ha detto ancora Chiappini -: certo è che se parla di cornici è ridicolo. Ogni proprietario mette le cornici che vuole. Comunque quei dipinti sono stati esposti anche da altre parti e la loro autenticità era basata su attribuzioni fatte da altri studiosi e esperti». Dunque 'l'affaire Modiglianì diventa un giallo con implicazioni straordinarie: le difese degli indagati potrebbero chiedere un incidente probatorio e sottoporre a loro volta le tele e i disegni incriminati a ulteriore perizia. La procura e gli investigatori dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico proseguono le indagini per riuscire a capire chi, come e quando ha falsificato i Modì. Non è soltanto un affascinante intrigo di tipo culturale e artistico ma anche economico visto che Modigliani ha quotazioni vertiginose: basti pensare che nel 2015 il Nu couché del 1917 è stato battuto all'asta da Christiès e venduto per oltre 170 milioni di dollari.

La consulenza della procura di Genova rappresenta in parte la rivincita dell'esperto toscano Carlo Pepi: è stato lui a dire per primo che alcune delle tele esposte nella mostra genovese erano false, così come fu lui nel 1984 a sostenere che le teste di Modì trovate a Livorno erano delle «porcherie». «Finalmente questa verità è venuta a galla - ha detto -.
Sono soddisfatto che abbiano riconosciuto che la grana che ho piantato era giusta e che i quadri sono falsi».
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