Gela, litiga con il cognato durante una partita a carta e lo accoltella a morte

Gela, litiga con il cognato durante una partita a carta e lo accoltella a morte
di Mario Meliadò
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Giovedì 23 Novembre 2017, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 12:15
Morire a 33 anni per una partita a carte e un giubbotto. Sarebbe questo lo scenario della contesa a monte del tragico epilogo di una lite familiare scoppiata per futili motivi nel “Bronx” di Gela, le case popolari del quartiere Scavone, periferia Ovest della cittadina in provincia di Caltanissetta.
 
Il 33enne Maurizio Peritore e il 50enne cognato Maurizio Cinardi che ha sposato la sorella di Peritore abitavano in due palazzine adiacenti a due passi da piazza Eleusi, in via Attica. Da sempre, i due avevano un pessimo rapporto, per questioni che attenevano anche alla sistemazione in alloggi d’edilizia residenziale pubblica coi rispettivi nuclei familiari; ma pure per l’indole irascibile e violenta, stando a quanto trapela, in particolar modo di Cinardi.
 
Ieri pomeriggio i due si sono ritrovati a giocare a carte. Un’occasione per stemperare le tensioni, se possibile; certamente, un momento di svago. A un tratto, però, stando ad alcune testimonianze poi fornite ai Carabinieri, sarebbe venuta fuori una contesa sul giubbotto di uno dei due, presumibilmente al centro di una “scommessa” abbinata proprio al gioco delle carte.
Passare da un rimprovero scherzoso a un alterco feroce è stato un attimo: la moglie di Peritore ha anche tentato di separare i due prima che la lite andasse oltre il segno, ma invano.
 
A un tratto, Cinardi ha estratto il coltello: il cognato, per difendere la consorte (comunque rimasta lievemente ferita a un braccio), l’ha bruscamente scostata e ha tirato fuori a sua volta la “lama”, ma non ha avuto scampo. Il cinquantenne ha massacrato Maurizio Peritore con almeno quattro fendenti all’addome andati a segno. Pochi minuti, e il giovane è morto.
Avvisati da telefonate anonime, sono sopraggiunti i Carabinieri che hanno arrestato Maurizio Cinardi, trasportandolo immediatamente all’ospedale gelese “Vittorio Emanuele”: anche lui, infatti, è stato attinto da una coltellata.
 
In atto, Maurizio Cinardi versa in gravi condizioni di salute, malgrado l’intervento chirurgico già affrontato, e si trova piantonato nella sua stanza d’ospedale. Se ce la farà, dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato – per i rapporti di parentela e i futili motivi – ai danni del cognato.
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