LA TRINCEA
Poco più in là, sembrano avere il coltello tra i denti - e invece hanno solo qualche flute e qualche tartina ma la posa è da vietcong centristi - Alfano e gli amici di Alfano. «A Renzi lo faremo impazzire, non gli daremo tregua». Cicchitto al renziano Minniti, che comunque da buon ministro di polizia non si spaventa, racconta questa storiella: «Noi siamo un gatto selvaggio. Se lo chiudi in una stanza, senza cibo, senza acqua, senza luce, appena arriva il carceriere quel gatto alza la gobba, tira fuori gli artigli e gli salta agli occhi. Poi magari viene abbattuto ma intanto ha rovinato quel carceriere».
Rispetto ad altre volte, insomma, questo 2 giugno sembra più preoccupato. Ma Renzi dissimula e motteggia. A un bimbo: «Ah ti chiami Giancarlo? Come Antognoni, che era il mio calciatore preferito». Oppure: «Mi trovate dimagrito? Devo perdere altri 5 chili. Però sono abbronzato». Al sindaco (ce ne sono tanti delle zone terremotate) di Arquata del Tronto: «Sei diventato un vip mediatico». A Rutelli: «Mia moglie Agnese è in una fase di grande gioia. Speriamo che non ridiventi premier, mi dice. E io: beh, insomma...». Il leghista Giorgietti si aggira sul prato garantendo: «La Lega c'è» (nel patto elettorale). E Renzi traduce: «Sono sdraiati». Gianni Letta è in veste di portatore della pax silviesca. E nel tavolo delle pietanze non c'è la crostata della signora Letta, perché quella simboleggiò un altro accordone che poi andò come andò (male). Spera in un bis il grillino Fico, che poco si mischia ma c'è, che non è affatto aperturista in materia di tedesco anche se lo dice con la sua inflessione napoletana: «Una cosa è il dialogo e un'altra è la fregatura».
IL TRAMONTO
E chi guiderà la Rai? E' il tema forte. Alla festa c'è quasi tutto il Cda è qui a godersi il tramonto su Roma, nella speranza che non sia il loro tramonto. E tutti chiedono a tutti: sarà Del Brocco (in vantaggio) o Nicola Claudio il nuovo dg? I due partiti dicono entrambi di avere il Quirinale al proprio fianco. Anche se Mattarella, si limitano ad osservare i suoi collaboratori, non si occupano di questioni che non gli competono.