Alla base di tutto, c'è il furto di identità, con il quale è stato acceso un secondo conto corrente intestato alla professionista napoletana.
Chiariamo subito una cosa: si tratta di funzioni operate in conto arancio, quindi avvenute in via telematica, senza passare fisicamente al cospetto di uno sportellista. Fatto sta che in tre mesi, si è assistito a un crescendo di operazioni passate completamente sotto traccia: è il 29 agosto scorso, quando avviene il primo versamento di 1500 euro dal conto corrente originale a quello creato attraverso una sorta di «avatar» telematico, una finta identità che ha succhiato soldi in modo indisturbato. Fatto sta che, dopo il primo prelievo clandestino, non c'è alcuna reazione. Si passa a un secondo prelievo: è 13 settembre, quando vengono presi 19mila euro, anche in questo caso grazie a un semplice colpo di mouse e a una schermata al computer. Nessuna reazione, neppure dalla proprietaria, dal momento che il conto corrente dal quale vengono attinti i soldi è un deposito, il classico salvadanaio messo al sicuro da tutti.
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