Forze armate, dopo nove anni firmato il nuovo contratto. Madia: «Coinvolti 450 mila lavoratori»

Forze armate, dopo nove anni firmato il nuovo contratto. Madia: «Coinvolti 450 mila lavoratori»
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Venerdì 26 Gennaio 2018, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 07:32
Dopo nove anni di blocco dei contratti, nella notte è stato sottoscritto al ministero della Funzione pubblica l'accordo negoziale riguardante le Forze armate, di sicurezza e di polizia. L'accordo è stato siglato alla presenza dei ministri competenti: Minniti per gli Interni, Madia per la Funzione pubblica, Pinotti per la Difesa, Orlando per la Giustizia; il sottosegretario Baretta per l'Economia e il sottosegretario Rughetti che ha la delega dal Governo alla trattativa. Hanno siglato l'accordo negoziale: per la Polizia Siulp - Sap - Siap - Ugl - Silp Cgil - Silp Cgil - Consap - Coisp - Federazione Uil polizia; per la Polizia penitenziaria Sappe - Osapp - Uil Polizia penitenziaria - Sinappe, Fns Cisl, Uspp, Fsa Cnpp, Cgil FP PP; per i CO.CE.R: Esercito in tutta la sua interezza, Carabinieri, Guardia di Finanza. 

Quasi mezzo milione, «450 mila lavoratrici e lavoratori del comparto sicurezza e difesa» della Pubblica Amministrazione «da oggi hanno un nuovo contratto. Uomini e donne che ogni giorno assicurano il controllo, la tutela e la sicurezza di tutti noi e dei nostri territori». Così la ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia, in un twitter pubblicato nella notte, subito dopo la sigla dell'accordo.

«A regime - ha spiegato la Madia durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi -  gli aumenti saranno di 125 euro circa per le Forze armate, 136 euro per la Guardia di Finanza, 134 euro per i Carabinieri, 132 per la Polizia di Stato, 126 per la Polizia Penitenziaria.
A questi aumenti si aggiungeranno gli arretrati annuali una tantum relativi a due annualità, visto che il contratto parte dal 2016». Il ministro ha poi voluto «tranquillizzare» i sindacati degli altri comparti della pubblica amministrazione: «All'Aran stiamo andando avanti sugli altri tre comparti che mancano: conoscenza (che interessa 1,2 milioni di dipendenti e il cui avanzamento è buono), sanità ed enti locali. Oggi ci sono le condizioni normative ed economiche, dopo nove anni, per rinnovare il contratto a tutti i 3,3 milioni di dipendenti pubblici». 

 
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