Fortuna, chiesta la riesumazione del piccolo Antonio

Fortuna, chiesta la riesumazione del piccolo Antonio
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Lunedì 2 Maggio 2016, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 11:51

Si allarga ad altri inquilini l'inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli Nord sulla morte di Fortuna Loffredo, detta Chicca, la bimba di sei anni uccisa, secondo gli inquirenti, dal vicino di casa Raimondo Caputo, il 24 giugno del 2014, per essersi ribellata all'ennesimo tentativo di violenza sessuale. Il caso della piccola Chicca ha riacceso i riflettori anche sulla morte avvenuta in analoghe circostanze, un anno prima, di Antonio, un bimbo di quattro anni precipitato dal settimo piano dello stesso palazzo dove abitava Fortuna. L'avvocato Angelo Pisani, legale dei nonni e del padre di Chicca, ha chiesto che venga riesumato il corpicino del piccolo Antonio per ulteriori accertamenti sui resti.

Indagini che però non potrebbero contribuire a fare luce su eventuali abusi di natura sessuale. Sulla vicenda della piccola Fortuna è intervenuto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, con un appello lanciato da Napoli: «Chi sa parli. Noi abbiamo bisogno di parole da parte di chi sapeva e non ha voluto dirle queste parole precedentemente perchè questo silenzio è pesato in termini di ferocia quanto quel terribile gesto che ha visto coinvolta Fortuna». Anche Papa Francesco, nel corso del Regina Coeli, ha affrontato il tema della pedofilia: «È una tragedia, non dobbiamo tollerare gli abusi sui minori, dobbiamo difendere i minori e punire severamente» coloro che commettono gli abusi. Dal carcere di Poggioreale, dove Caputo è detenuto, si è appreso che l'uomo ha ricevuto un pugno al viso da uno dei suoi compagni di cella. Per evitare che diventi vittima di altre ritorsioni, Caputo è stato trasferito in una cella singola.

La Polizia penitenziaria sta preparando una informativa sull'accaduto che sarà fatta recapitare alla Procura di Napoli che probabilmente aprirà un fascicolo. Tornando alle indagini, al momento risultano iscritte nel registro degli indagati due persone, per le quali si ipotizzano i reati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento. In sostanza avrebbero depistato gli investigatori già dai primi momenti successivi alla morte della bambina, lanciata dall'ottavo piano dell'edificio dove abitava. Ma agli investigatori sembra piuttosto verosimile che altre persone abbiano potuto sviare le indagini e che nel palazzo ci siano altri che si siano resi responsabili di abusi su minori. Sarebbero cinque le piccole vittime di abusi, appartenenti a tre diversi nuclei familiari.

Oltre a Caputo, già in carcere per abusi sessuali su una figlia della compagna e su Fortuna, c'è la vicenda riguardante Salvatore Mucci, ovvero colui che per primo soccorse la bambina e la pose in auto agonizzante per accompagnarla in ospedale. Mucci è stato arrestato nel dicembre 2014 per abusi sessuali sulla figlia di 12 anni; pochi mesi dopo toccò alla compagna, accusata dello stesso reato. C'è poi la stessa compagna di Caputo già da mesi agli arresti domiciliari per concorso in abusi sessuali ai danni di una delle tre figlie, in quanto avrebbe sempre assistito alle violenze del convivente senza denunciare nulla.

Dalle carte dell'inchiesta emergono nuovi dettagli. Un'amichetta di Fortuna era stata intercettata mentre si confidava in casa con la madre: «Meno male che non sono andata con Chicca, altrimenti uccideva anche me», diceva riferendosi all'ultima volta in cui la piccola vittima era stata vista allontanarsi con Caputo. Gli inquirenti, infine, sarebbero in procinto di dare un nome a chi ha lanciato una bottiglia incendiaria contro la finestra dell'abitazione dove si trova la compagna di Caputo poco dopo che i carabinieri avevano notificato a lui, nel carcere napoletano di Poggioreale, le nuove pesanti accuse di violenza sessuale e omicidio.

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