Firenze, il killer del trans telefona ai carabinieri: «Vi sono piaciute le sorprese?»

Firenze, il killer del trans telefona ai carabinieri: «Vi sono piaciute le sorprese?»
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Giovedì 30 Giugno 2016, 13:42 - Ultimo aggiornamento: 16:33
Mentre era in fuga Mirco Alessi, arrestato per il duplice omicidio avvenuto a Firenze, ha strappato il cellulare di mano a una passante e ha chiamato il 112, chiedendo ai carabinieri se erano contenti delle «due sorprese» che aveva lasciato nell'abitazione fiorentina di via Fiume, riferendosi al transessuale 45 enne e alla 27enne morte accoltellate. La chiamata non è partita, ma è stata riferita ai militari da un testimone, la donna alla quale Alessi, arrivato a Cecina (Livorno), aveva preso il telefono. Secondo quanto ricostruito, dopo il duplice omicidio Alessi è tornato nella sua abitazione di via Palazzuolo per cambiarsi i vestiti sporchi del sangue delle vittime, poi è fuggito con la sua auto, una Citroen C1 rossa. Si è diretto verso Santa Croce sull'Arno, dove ha messo fuori uso l'impianto satellitare della vettura per non essere localizzato. Per tutto il tempo della fuga, nel corso della quale ha anche ritirato denaro a un bancomat, ha effettuato chiamate deliranti al 112, sfidando i carabinieri e sottolineando la sua abilità nella fuga. Arrivato in un paese dell'entroterra livornese ha sostituito le targhe della sua auto con quelle rubate a una vettura in sosta. Poi è arrivato a Cecina, dove ha strappato il telefono alla passante e ha cercato di chiamare il 112 parlando delle due «sorprese» lasciate a Firenze. In tarda serata ha raggiunto Monticiano (Siena), dove ha nuovamente contattato i carabinieri, che lo hanno localizzato e arrestato mentre era nella sua auto, ferma all'interno del paese.

Ma prima di tutto, Alessi ha contattato il padre: «Babbo ho fatto un macello.
Ho ammazzato tre prostitute», avrebbe detto per chiudere subito dopo la comunicazione. Inutili i tentativi del genitore di richiamarlo: il cellulare di Mirco Alessi non era raggiungibile, forse occupato o forse spento. È stato lo stesso padre ad informare subito i carabinieri della telefonata ricevuta. Un altro destinatario delle telefonate è stato un amico dell'uomo arrestato. Una prima comunicazione, via sms, gli sarebbe giunta da Alessi attorno alle tre, quindi forse prima del duplice omicidio, con l'invito ad aprire facebook e vedere «uno che sbotta». Poi la chiamata, anche questa attorno alle sei, nella quale Mirco Alessi avrebbe detto al'amico di aver «ammazzato tre transessuali». «Sono pieno di sangue», avrebbe detto all'amico che ha segnalato il fatto ai carabinieri, aggiungendo poi di stare «bene» e di essere «tranquillissimo».

 
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