Firenze, assalto a furgone portavalori:7 arresti, tra i basisti anche vigilantes

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Giovedì 10 Ottobre 2013, 20:05 - Ultimo aggiornamento: 20:06
FIRENZE - Sono finiti in manette per l'assalto ad un furgone portavalori a Campi Bisenzio (Firenze), ma progettavano un colpo ben pi ambizioso, quello ad un caveau, che avrebbe fruttato loro 180 milioni di euro. Sventato grazie alle indagini della squadra mobile fiorentina, per il delitto gli arrestati avevano già pronte pistole e fucili a pompa e potevano contare su guardie infedeli. Le indagini che hanno portato all'arresto del commando, composto da 7 italiani, che il 22 marzo scorso assaltò un portavalori del gruppo Btv Battistolli di Vicenza, sono scattate grazie ad una telefonata intercettata dalla polizia nell'ambito di un'altra inchiesta della procura fiorentina. In manette personaggi con un curriculum criminale pesante nonchè vigilantes-basisti.



Tra gli arrestati di maggior spicco, Raimondo Giuseppe Romano, 44 anni, originario di Gela, affiliato all'organizzazione di stampo mafioso Stidda, detenuto a Sollicciano dal 1992 e al momento della rapina al portavalori in semilibertà. La mattina del 22 marzo uscì dal carcere, ma non si presentò alla ditta dove lavorava come carpentiere proprio perchè impegnato nella rapina. Tre mesi fa gli agenti della squadra mobile di Firenze gli avevano notificato un'ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio.



Altro personaggio di spessore, che faceva parte della banda, è Giovanni Grisafi, 61 anni, di Palermo ma residente a Firenze, gravato da precedenti per omicidio. In carcere anche Mariano Bucca, 58 anni, sempre con precedenti per omicidio. Arrestati inoltre Ivan Di Donato, 30 anni, che, oltre ad aver preso parte alla rapina, teneva i contatti tra il gruppo e le due guardie giurate complici. Manette a Gianluca Spanu, 26, di Palermo, residente a Firenze, responsabile anch'egli di aver preso parte alla rapina e di aver procurato al gruppo i veicoli rubati, uno scooter e un'auto, usati per il colpo. In cella le due guardie giurate, dipendenti del gruppo Btv Battistolli: Roberto Slanzi, 45 anni, di Prato e residente a Pistoia, autista del furgone e responsabile di aver simulato l'incidente che consentì il colpo, con il suo collega Andrea Rossi, 50, fiorentino, che in passato ha lavorato come guardia giurata al Palazzo di Giustizia di Firenze e che, secondo le indagini, ha fornito informazioni sul carico e sul percorso del furgone al gruppo criminale. I rapinatori sapevano che il colpo al portavalori avrebbe dovuto fruttare 1.200.000 euro, ma alla fine dovettero accontentare di 700.000 poichè altri 500.000 erano rimasti nascosti nel furgone sotto giubbotti antiproiettile. La cifra più bassa rispetto a quella prospettata provocò non pochi malumori: i malviventi iniziarono a temere che qualcuno dei complici si fosse accaparrato di nascosto una fetta più consistente di bottino. A quel punto cominciarono le riunioni tra di loro e per escludere la presenza di microspie si davano appuntamento in ambienti aperti e isolati, come ad esempio le sponde di un lago in provincia di Firenze. Le due guardie giurate usavano addirittura un rilevatore di microspie per bonificare le loro auto, poi manomesso dagli agenti nel corso delle indagini.