Siracusa, finti esorcismi per impaurire tre vicine di casa: donna ai domiciliari

Siracusa, finti esorcismi per impaurire tre vicine di casa: donna ai domiciliari
di Mario Meliadò
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Domenica 24 Settembre 2017, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 09:14
Aveva calzato gli improbabili panni di un Gabriele Amorth in gonnella. Ma dopo una sequenza di finti esorcismi e d’insulti, minacce, molestie da stalker incallita nei confronti di tre vicine di casa per G.C., 52enne di Sortino – medio centro del Siracusano a nord-ovest del capoluogo di provincia –, sono scattati gli arresti domiciliari.
 
Davvero inquietante il comportamento nei confronti delle dirimpettaie da parte della donna, alcolista con gravi problemi psichiatrici e già ben nota per gli atteggiamenti molesti nei confronti degli altri inquilini del suo stabile: la 52enne ha attuato nei confronti delle sue vittime predestinate una persecuzione tale da costringerle, nei fatti, a lasciare la propria abitazione pur di non subire oltre.
 
Anche in base alle deposizioni delle tre donne – madre e due figlie –, ai carabinieri della stazione di Sortino risulta che G.C. sistematicamente lanciasse contro di loro finti esorcismi, con pseudorituali assurdi che comprendevano urla tribali, l’ostentato scuotimento di crocifissi, lugubri candele in bella mostra. E non solo: ogni volta che le vedeva, la 52enne sortinese scagliava dal suo balcone vasi da fiori pieni di terriccio e bicchieri di vetro all’indirizzo delle donne che perseguitava – fortunatamente, senza riuscire a colpirle –, ma pure monetine e sacchi pieni d’immondizia. Perché il suo scopo non era tanto e soltanto di centrarle ferendole, ma soprattutto schernirle e provocarle anche con parole e chiari gesti di sfida. Tutto messo in atto per spaventare e umiliare le vicine oggetto della sua ossessione, preferibilmente davanti ad altre persone; ma forse anche perché nella sua mente obnubilata albergava la convinzione che le tre donne fossero davvero possedute dal demonio.
 
Quest’intollerabile atteggiamento si ripeteva assai frequentemente, considerati i rapporti di vicinato. E quando non incontrava per caso le sue vittime, la donna si appostava per poterle “intercettare”, o addirittura dava vita a inseguimenti veri e propri, in strada, finché riusciva a lanciare di nuovo i suoi terrificanti anatemi nei confronti della famiglia che aveva individuato come suo bersaglio preferito.
 
Per le donne perseguitate dall’“indemoniata”, inevitabile la fuga da quel palazzo; ma pure la denuncia nei confronti della loro aguzzina, peraltro fin qui incensurata. Anche in considerazione dell’elevatissima probabilità di reiterazione del reato, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Siracusa ha poi accolto la richiesta di misura cautelare nei confronti della “furia umana” avanzata dalla Procura, eseguita dai militari della Compagnia di Augusta.

 
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